“Gli eroi del passato” – Bryan Roy, la freccia (rosso) nera

Quarto appuntamento con la rubrica “Gli eroi del passato” dedicata ai grandi campioni che hanno fatto la storia del Foggia calcio.
Questa è la storia di uno dei giocatori di maggior fama internazionale ad aver vestito la maglia rossonera. Stiamo parlando dell’olandese Bryan Roy, la freccia nera che ha infiammato lo Zaccheria per due stagioni, dal 1992 al 1994. Fu il noto procuratore Mino Raiola a portarlo in Puglia dall’Ajax. Uno dei primi affari di mercato condotti dall’agente che l’anno seguente portò all’Inter un certo Dennis Bergkamp. Dice di lui Raiola: “Quando lo portai a Foggia, Roy si trovò ad allenarsi nel parcheggio: «Ma dove mi hai portato?» mi disse. Poi cambiò idea. Lo adoravano, gli dedicavano i cori: Abbiamo un angioletto biondo/adesso è diventato nero/ segnerà presto per noi/si chiama Bryan Roy.”
Bryan Roy approda a Foggia all’età di 22 anni reduce da un bagaglio già importante con i lancieri, con il quale vince un campionato e una Coppa Uefa venendo eletto ad appena 18 anni miglior talento del calcio olandese. La Coppa Uefa 1992 è il suo trampolino di lancio. Roy è titolare in una formazione che comprende talenti del calibro di De Boer, Winter, Bergkamp Van der Sar, Blind. Ala sinistra rapida e imprevedibile, contribuisce alla vittoria dell’Ajax giocando anche la finale contro il Torino di Mondonico. Una fucina di talenti, guidati dall’eccentrico Van Gaal, che tre anni più tardi porterà ad Amsterdam la Champions League. Roy, nel frattempo fa le valigie e viene in Puglia. All’Ajax sarà rimpiazzato da un certo Marc Overmars…
L’impatto con il calcio italiano però non è dei migliori. Nell’estate del 1992 il Foggia è chiamato a compiere un miracolo sportivo: vengono ceduti i pezzi da novanta Signori, Baiano, Rambaudi e Shalimov e in città c’è aria di contestazione. L’olandese ci mette un pò ad ingranare, poi il 4-3-3 zemaniano ne esalta a pieno le caratteristiche, Roy esordisce allo Zaccheria il 22 Novembre 1992 nella gara interna contro la Lazio, che il Foggia vince 2-1 grazie ad un suo gol. I tifosi si innamorano ben presto delle sue accelerazioni. Dopo poche settimane però il giocatore patisce un infortunio che lo tiene lontano dai campi per tre mesi, ed al rientro farà molta fatica a reggere il passo dei preparatissimi compagni. Chiude la prima stagione italiana con tre reti di cui una all’Inter a San Siro.
Il campionato 1993-94 è quello della consacrazione. L’olandese è una scheggia impazzita, e si rivela anche un discreto finalizzatore andando a bersaglio 12 volte. Il 12 Settembre il Foggia ospita la Juventus allo Zaccheria. Roy è scatenato e realizza dopo pochi minuti la rete del vantaggio sotto la Nord con un diagonale imprendibile per Peruzzi. Ma inspiegabilmente la rete viene annullata. Nella ripresa, l’ex Ajax realizza a porta vuota dopo una respinta del portiere bianconero questa volta sotto la Sud. Poi arriverà il pareggio di Ravanelli tra le polemiche. I rossoneri intraprendono un cammino che li porterà ad un passo da una storica qualificazione in Coppa Uefa, sfumata soltanto all’ultima giornata contro il Napoli (0-1). Roy firma alcune pirotecniche vittorie di stampo zemaniano, come il 5-4 a Piacenza o il 4-1 a Torino contro i granata, e si guadagna la convocazione per i Mondiali di Usa 94. Con la nazionale Orange disputerà 32 partire realizzando 9 reti.
Dopo due stagioni, si trasferisce in Inghilterra al Nottingham Forrest per 2,9 milioni di sterline. La sua prima stagione inglese è memorabile, Roy viene spostato in posizione più centrale, fornendo supporto alla prima punta Stan Collimore. Segna 13 reti contribuendo ad uno storico piazzamento al terzo posto con successiva qualificazione alla Coppa UEFA. A 25 anni, la sua stella inizia però ad appannarsi a causa di infortuni e di una forma non ottimale. Così nell’estate del 1997, dopo la retrocessione in Championship del Nottingham, si trasferisce in Germania, all’Hertha Berlino, giocando pochissimo e realizzando soltanto una rete; nel 2000 torna in Olanda disputando il campionato con il NAC Breda. Non lascia grandi tracce nemmeno al ritorno in patria.
Dopo aver lasciato il calcio giocato, ritiratosi giovanissimo all’età di 31 anni, Roy ha intrapreso la carriera di allenatore, entrando a far parte del settore giovanile dell’Ajax.
Simone Clara