Attualità

Reperti archeologici trafugati nel foggiano restituiti alla Soprintendenza

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

 I carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze hanno restituito 44 reperti archeologici di pregevole manifattura alla Soprintendenza Archeologia, Belle arti e paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. L’attività investigativa del personale del Nucleo TPC di Firenze è stata avviata da una segnalazione pervenuta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno che permetteva di sequestrare 98 reperti archeologici di straordinaria bellezza e importanza scientifica, poiché mancanti della documentazione attestante la legittima provenienza. I beni, rinvenuti all’interno di un’abitazione privata erano appartenuti a una persona deceduta. Il successivo esame tecnico-scientifico condotto dal funzionario archeologo della Soprintendenza, ha associato i reperti in riferimento a tre periodi temporali specifici: Etrusco, Dauno-apulo e Sannitico-campano. Il valore storico-archeologico dei reperti attribuibili alle produzioni daunie e magno-greche è correlato alla eccezionale qualità ed unicità degli esemplari provenienti da contesti tombali e votivi databili tra il VII e il III sec. a.C. Per questo motivo 44 tra il totale dei 98 reperti archeologici recuperati sono stati assegnati definitivamente alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, competente per l’area di provenienza dei beni provento di scavi clandestini. I restanti reperti, anch’essi di pregevole fattura e stato di conservazione, sono stati restituiti alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno. Alla luce di quanto accertato nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, in virtù della normativa vigente prevista dall’articolo 91 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, Decreto legislativo 42 del 2004, ne ha disposto la restituzione alle diramazioni periferiche del Ministero della Cultura. La normativa vigente attribuisce allo Stato la proprietà assoluta degli oggetti di interesse artistico, storico e archeologico rinvenuti nel sottosuolo o dai fondali marini, a partire dall’anno 1909 che ha dato origine alla prima legge di tutela in ottemperanza alla Legge 364 del 1909. Dopo tale data, il possesso di reperti archeologici provenienti dal territorio nazionale è ritenuto lecito solo in presenza di documenti o altri titoli che ne dimostrino il regolare acquisto o lascito ereditario, ovvero costituisca quota parte del premio di rinvenimento riconosciuto al cittadino da parte dello Stato a seguito di rinvenimento “fortuito”. 

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]