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Ramar, a Foggia dagli anni ’60 una storia di grande passione per i cappelli artigianali

Foggia – In città continuano a vivere attività storiche che rappresentano memorie fondamentali di tradizioni, usi e costumi. Ad oggi, purtroppo, ne sopravvivono poche e resistono al trascorrere del tempo grazie alla professionalità che si sono costruite nel corso degli anni. Tra queste un posto d’onore spetta al cappellificio Ramar, un luogo nel cuore di tanti foggiani che lo hanno frequentato – e continuano a farlo – di generazione in generazione.

C’è chi lo indossa per freddo, chi per completare il proprio outfit e chi ancora lo considera un accessorio imprescindibile. Il cappello rappresenta la personalità e il carattere di chi scegliere di indossarlo. Il suo uso nel corso del tempo è decisamente cambiato e lo storico cappellifficio Ramar, anni dopo anni, ha seguito le tendenze e adornato le teste di tanti foggiani.

Ramar è un acronimo di Raffaele Marone ed è un nome palindromo – si può leggere infatti sia da sinistra verso destra che viceversa -. Raffaele Marone da buon artigiano di un tempo decise di investire la sua più grande passione e tutte le sue energie in una piccola produzione artigianale di cappelli per uomo e donna. Era il 1881, da quel momento la storia di Ramar dura da oltre 135 anni e produce cappelli apprezzati in tutta Italia e non solo. Da una piccola bottega si arriverà poi a dar vita ad un’importante azienda attiva nel settore fashion che ha segnato la storia del costume foggiano.

Operosità, impegno, passione, professionalità, rispetto e tanta ricerca. Queste sono le caratteristiche portanti di un’azienda che ha fatto del made in Italy e della produzione artigianale i propri cavalli di battaglia. “Quando vedo un cappello indossato da qualcuno per strada o allo stadio, riesco subito a riconoscere se si tratta di un nostro cappello o meno. Per me è motivo di orgoglio vedere le nostre creazioni indossate in giro per la città”.

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A parlare è Pasquale Marone, nipote di Raffaele Marone che ci accoglie nell’iconico cappellifficio foggiano di Piazza Padre Pio, boutique di ritrovo per i foggiani che amano collezionare e indossare cappelli creati su misura, personalizzati e di ottima fattura artigianale.

Pasquale Marone

Dopo il passaggio di proprietà al figlio Raffaele Marone e un periodo di ottant’anni trascorsi tra Laurenzana e Bitetto l’azienda della famiglia Marone si trasferisce a Foggia negli anni ’60, quando il capoluogo dauno pullulava di numerose attività artigianali, il Viale della Stazione era il cosiddetto “salotto dei foggiani” e le insegne luminose dei negozi e dei locali illuminavano Corso Vittorio Emanuele II. Negli anni ’60 la città di Foggia cerca di stare al passo con i tempi e le mode del resto del Paese. Cinema, negozi e bar trovano nuova vita e contribuiscono alla rinascita del capoluogo dauno.

Nel 1960 apre i battenti il punto vendita foggiano, in un piccolo locale di circa 50mq con laboratorio nel retro e negozio. “Era precisamente il 1 maggio, mio nonno sfruttò questo giorno simbolico di festa per lavorare e aprire il suo punto vendita nel capoluogo dauno. Il negozio si trovava nella zona di San Pasquale, in via Mangano. Poi con la nuova generazione di mio padre e delle mie zie, nel 1974, l’attività si trasferì in Piazza Padre Pio dove si trova ancora oggi.”

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Essendoci più spazio si allargò la gamma di prodotti da vendere e allo stesso tempo anche il laboratorio permise alla famiglia Marone di assumere più dipendenti per la fase produttiva, fase fondamentale per la riuscita dei prodotti finiti. Una famiglia di artigiani quella dei Marone che, di generazione in generazione, ha vestito con eleganza e in modo originale le teste dei foggiani.

“Compriamo i tessuti per i nostri cappelli dalle migliori aziende di Prato e Biella, poi li trasformiamo qui in laboratorio per dare vita alle nostre creazioni e venderle”, continua Pasquale Marone che rappresenta oggi la quinta generazione della famiglia di artigiani. Intere generazioni che hanno coltivato e continuato un’arte artigianale fatta a mano che richiede grande precisione e attenzione. Oggi si utilizzano anche tecniche di produzione all’avanguardia grazie all’ausilio di macchinari da taglio di ultima generazione.

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“La nostra scelta è sempre stata quella di vendere prodotti di qualità e ricercati, non abbiamo una fascia economica di prodotti – ci dice ancora Pasquale -. Per questo motivo un tempo il nostro negozio era frequentato prettamente un pubblico anziano, oggi la fascia d’età si è abbassata e la clientela vuole prodotti un po’ più ricercati ed esclusivi”. I prodotti realizzati nel cappellificio Ramar sono attualmente venduti nelle più prestigiose cappellerie in Italia.

Pasquale ci spiega che per realizzare un singolo Borsalino ci vogliono in media almeno tre ore di lavoro, i passaggi sono tanti e il prodotto finito deve essere impeccabile. Il cappello che richiede sicuramente più impegno e attenzione è quello da cerimonia, un copricapo realizzato su misura e con guarnizioni particolari che richiedono un importante impiego di tempo e impegno. Non a caso i cappelli da cerimonia sono anche i più costosi.

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Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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