Curiosità

L’importanza di parlare inglese quando si è in vacanza

Apprendere una lingua per essere in grado di comprenderla sfruttando tutti i vantaggi del caso: se questa lingua poi è l’inglese le motivazioni diventano ancor più evidenti. In un contesto sociale quale quello che stiamo vivendo ormai da anni, caratterizzato da un abbattimento costante delle barriere, conoscere le lingue è un qualcosa di fondamentale importanza.

Si pensi al mondo del lavoro, dove coloro i quali sono in grado di esprimersi correttamente in lingua inglese sono notevolmente avvantaggiati. Fin qui il discorso è alquanto lineare, ma se ci si sofferma a pensare non è un qualcosa che può essere circoscritto al mondo del lavoro soltanto.

Prendiamo ad esempio i viaggi di piacere, quindi le vacanze: quanto può essere importante riuscire a comunicare quando si è fuori dal proprio contesto territoriale?

Parlare l’inglese quando si è all’estero

Ovviamente l’inglese è la lingua di riferimento per chi viaggia, una chiave universale che consente di esprimersi in qualsiasi paese ci si trovi. Da questo punto di vista il nostro paese non è messo benissimo: molti indicatori pongono l’Italia sul fondo della classifica in materia di conoscenza dell’inglese della popolazione.

Un discorso un po’ generalizzato ma che presenta caratteri più marcati in alcune zone in particolare. Tra le regioni con il miglior livello di inglese spiccano Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna. Sul fondo della classifica, proprio la Puglia con Calabria e Sicilia.

Tornando al dato di partenza, sono circa 7 su 10 gli italiani che quando sono in vacanza all’estero non riescono ad esprimersi in lingua inglese.

Dall’australiano all’americano: declinazioni della lingua inglese

Un discorso complesso che deve affrontare anche le varie declinazioni della lingua, come ad esempio l’inglese australiano, quello americano, per arrivare finanche all’inglese parlato in Irlanda, Scozia o Galles.

Paese che vai inglese che trovi: si potrebbe sintetizzare in questo modo il discorso sempre partendo dal fatto che gli italiani sono secondi solo alla Francia nella particolare classifica dei meno avvezzi a parlare tale lingua.

Se non per lavoro quindi, lo stimolo di imparare l’inglese potrebbe (e dovrebbe) arrivare anche dalla possibilità di farvi ricorso quando si è in vacanza: ci si sta d’altra parte riferendo alla lingua più diffusa e praticata al mondo e la cui conoscenza può rivelarsi essere estremamente utile in diversi contesti. 

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