In merito al grave episodio degli incendi che hanno colpito due attività commerciali in via Piave e in via Monfalcone, Confcommercio Foggia esprime la più ferma condanna per un atto che rappresenta non solo un attacco a due imprenditori, ma all’intera comunità economica e sociale della città.
“Questi episodi, purtroppo, si inseriscono in un contesto più ampio, che da tempo denunciamo con forza: la “questione quartiere ferrovia” non può più essere sottovalutata. In quell’area, una volta considerata il salotto buono della città, si è consolidato un modello di insediamento commerciale orientato a un pubblico estremamente limitato, composto prevalentemente da non residenti, e ciò ha finito per soffocare la possibilità di attrarre e sostenere attività rivolte a un pubblico più ampio: bar, ristoranti, negozi di moda e punti di aggregazione per tutti capaci di ridare vitalità e normalità a un quartiere strategico per Foggia perché è la porta di ingresso alla città per turisti e per le donne e gli uomini che raggiungono il nostro territorio per lavoro e affari.
Siamo di fronte a una vera e propria ghettizzazione urbana, che rischia di rendere sterile ogni progettualità imprenditoriale. Non si tratta di contrapporre categorie o alimentare tensioni, ma di ribadire un principio chiaro: ogni quartiere della nostra città deve avere pari opportunità di sviluppo, di vivibilità e di sicurezza.
È indispensabile, quindi, che le Istituzioni individuino nuovi strumenti di intervento: più sicurezza, più controlli, incentivi mirati con un rinnovato documento del commercio e progetti concreti di riqualificazione urbana. Solo così sarà possibile restituire a quell’area un tessuto commerciale diversificato, aperto e attrattivo, che sappia generare valore per tutta la comunità foggiana.
Confcommercio è pronta a fare la propria parte, ma serve un’azione condivisa, forte e immediata. Non possiamo permettere che un’intera parte di città venga abbandonata all’isolamento e alla marginalità”, ha commentato il presidente di Confcommercio Foggia, Antonio Metauro.