La debolissima maggioranza che sostiene il sindaco di Manfredonia Gianni Rotice è percorsa da malumori che rischiano di fratumarla come un bicchiere di cristallo. La situazione in Consiglio Comunale è cristallizzata in dodici consiglieri di maggioranza e dodici di opposizioe. La differenza in Aula la fa il voto dello stesso sindaco. E’ evidente la difficoltà di governare con una maggioranza così risicata. Un voto solo può far cadere l’amministrazione. Quel voto potrebbe essere quello di Sara Delle Rose, consigliera comunale di maggioranza eletta nella lista civica“Io voto Gianni”. Delle Rose ha criticato Rotice con parole che fanno intendere come il rapporto politico sia ormai logoro. “Il sindaco è politicamente intestardito e sordo alle esigenze della comunità”, ha scritto in un lungo post su Facebook.
“Parafrasando la favola di Esopo – scrive la consigliera – si comprende come a volte nulla sia cambiato nella storia dell’uomo e, spesso neanche la consapevolezza di evitare di ripetere errori, le cui conseguenze sono già conosciute. Cambiano i nomi degli interpreti, il finale è sempre lo stesso: ‘Comunque la città si salverà da sola’. Ho voluto con leggerezza e responsabilità rappresentare gli ultimi eventi che hanno caratterizzato la vita dell’amministrazione comunale: la formazione della giunta. A nulla sono valsi i mei disperati tentativi di far cambiare rotta ad un sindacopoliticamente intestardito e sordo alle esigenze della comunità. Niente. La decisione di riformare o, meglio sarebbe dire, ‘confermare’ il 90% degli assessori uscenti è stata presa. E dopo due mesi di attesa, dopo i venti giorni dalle dimissioni presentate, dopo altro interminabile tempo da quest’atto, la novità sarebbe quella di riconfermare tutti ai loro posti. Io non ci sto! Sento il dovere di non starci, e di dare l’allarme”.
Sara Delle Rose continua: “Ho deciso di rendere pubblico il testo integrale del documento, condiviso da alcuni capigruppo della maggioranza, con il quale, non senza aver sentito le ragioni del sindaco Rotice, si chiedeva di azzerare la giunta comunale, riformandola, sulla base anche dell’effettivo operato svolto in questi due anni, con elementi che garantissero una maggiore efficienza e competenza amministrativa e politica. Ragioni che, per quanto mi riguarda, non erano finalizzate ad alcuna richiesta personale, che mai ho fatto al sindaco o ad altri. Vorrei che fosse altrettanto chiara la mia posizione nell’amministrazione. Non sono stata io a creare questo stato di cose, la responsabilità va ricercata nell’atteggiamento irresponsabile di altri. E la vergognosa chiusura politica della crisi amministrativa aprirà scenari imprevedibili. Saranno responsabili unicamente coloro che hanno partecipato a sostenere il falso rinnovamento e la restaurazione del vecchio. I giochetti della distribuzione delle deleghe assessorili, – conclude la Delle Rose – anche questa volta realizzati in assoluta solitudine, senza alcun confronto, sono la dimostrazione di come non si comprende, ancora oggi, a distanza di circa due anni dall’insediamento, che le funzioni svolte da un assessore non sono solo caselle da riempire in un decreto, ma rappresentare la capacità di gestire interessi collettivi e funzionamento della macchina amministrativa in sintonia, per conseguire il risultato migliore per la comunità governata. Purtroppo, per chi pensa che la questione sia risolta, non mi fa piacere dirlo, non è così”.