Curiosità

Lockdown e divieto di pubblicità, ma non meno gioco: i dati

Mikel Arana Etxezarreta, numero uno dell’Ordinamento del Gioco, è intervenuto in conferenza Aajer dopo il ministro Alberto Garzon, presentando dati e ragioni che hanno portato a non poche polemiche.

L’assunto di fondo è uno: i lockdown, col divieto di pubblicità sui giochi, non hanno prodotto alcuna riduzione dell’azzardo. Piuttosto si è scatenata una ricerca di altri giochi che ha contribuito a suo modo a rendere più stabile il mercato, si legge sulle pagine di GamingInsider.

Il direttore è tornato al 14 marzo scorso e all’istituzione dello stato di emergenza. Stando alle sue opinioni, a beneficiare del periodo di chiusure è stato il gioco online. Non si è giocato di più forse, ma c’è stata una richiesta più crescente: l’aumento delle registrazioni è del 44%. Dopo la legge del 1 aprile, che stabiliva blocchi sulla pubblicità durante lo stato d’allarme, si è registrato un calo nei giocatori di età più giovane, che è tornato invece a crescere a luglio del 13%.

Con il blocco delle competizioni sportive, il numero dei giocatori attivi è sceso del 25%. Ma la partecipazione non ha sofferto, è rimasta stabile nonostante le restrizioni per il lockdown e il divieto di pubblicità.

Arana ha annunciato così la stabilità del mercato: gli utenti se non giocano ad un titolo, giocano ad altro. Da qui si deduce che il gioco non è mero intrattenimento, ma soddisfacimento di un bisogno.

Dal 2018, sottolinea Arana, il gioco online perde clienti. Chi si iscrive generalmente è più giovane, il che assicurerebbe profitti alti agli operatori. Questo perché meno giocatori portano all’investimento in misura maggiore in marketing: tra le strategie spicca quella dei bonus senza deposito, vincente finora ma non l’unica.

Redazione

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