L’AB-bracciata collettiva

Sabato 24 e domenica 25 marzo a Foggia presso il Mirage Village in via Tratturo Camporeale Km 1,200, in occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, si svolgerà la terza edizione dell’AB-bracciata Collettiva, la maratona di nuoto di 30 ore organizzata dalla Cooperativa Sociale ONLUS TMA Group. A tal proposito abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Matteo Colella, Responsabile della manifestazione.
Che cos’è il TMA Caputo-Ippolito?
Il metodo TMA Caputo-Ippolito utilizza l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale e motorio: attraverso un intervento individualizzato, aiuta a sviluppare una relazione significativa superando i disturbi della comunicazione, di relazione e generalizzati connessi all’autismo.
Quando e com’è nato l’evento “L’AB-bracciata collettiva”? In cosa consiste?
L’evento è nato tre anni fa, grazie all’idea dei due fondatori, il dott. Caputo e il dott. Ippolito che, durante un’altra manifestazione, hanno pensato di creare queste trenta ore per l’autismo. Infatti l’evento dell’AB-bracciata collettiva nasce proprio con lo scopo di avvicinare più persone possibili alla disabilità, in particolare al mondo dell’autismo e ai disturbi mentali gravi. L’evento consisterà in una maratona di nuoto di trenta ore che partirà dalle ore 7.30 di sabato 24 marzo alle 13.30 di domenica 25 marzo. Questa manifestazione non si svolgerà solo a Foggia ma in altre dieci città italiane. Siamo partiti da cinque città – Roma, Foggia, Milano, Firenze e Napoli. Poi, anche grazie alla grande risposta di chi partecipato, lo scorso anno le piscine sono aumentate di tre unità, arrivando ad otto città, mentre quest’anno saranno ben dieci – oltre alle cinque indicate precedentemente si sono aggiunte: Siracusa, Treviso, Reggio Calabria, Brindisi e Alessandria.
Di quale sostegno hanno bisogno le famiglie con un figlio affetto da autismo?
Io penso che le famiglie che hanno questa problematica hanno bisogno prima di tutto di socializzare con il mondo esterno, perché il più delle volte le persone non riescono ad avvicinarsi a questo mondo. Noi ci proviamo in tutti i modi anche grazie a questa manifestazione affinché i metri che saranno percorsi rappresentino simbolicamente la vicinanza a questa problematica.
Come mai un giovane come te ha deciso di dedicare il suo tempo per questa causa?
Undici anni fa, avevo tredici anni, andai con il dott. Ippolito a un progetto estivo sul Gargano. Andai non per lavorare ma per stare insieme alle sue figlie, nonché mie cugine. Guardai incuriosito questi ragazzi e iniziai ad affascinarmi a questo mondo in maniera parallela, perché avevo comunque difficoltà a capire cosa stesse succedendo. Poi ho iniziato a conoscerlo meglio e ho capito che grazie a determinate cose si possono aiutare questi ragazzi ad avere una vita più normale. Quindi ciò che mi ha spinto è stato proprio il voler aiutare l’altro.
Fai un invito per l’evento del 24-25 marzo.
L’invito più grande che posso fare è chiedere a tutti voi di venire e vedere cosa vuole dire l’autismo, cosa vuol dire stare con loro almeno quindici minuti di queste trenta ore. Loro possono dare molto di più rispetto a quello che noi possiamo fare per loro.