Immigrazione, nessuna invasione: stranieri verso l’integrazione, lavorano e vanno a scuola
Quasi 150mila i cittadini stranieri. Nel 2023 nati 1300 bambini. Gli studenti immigrati sono 20.330. Presentato il report che aiuta a comprendere il fenomeno migratorio nei nostri territori.

MANFREDONIA – Non più terra di passaggio, di transito, ma luogo in cui vivere, lavorare, studiare, realizzarsi, contribuendo attivamente al tessuto socio-economico dei territori anche se non ancora del tutto integrati. Ma soprattutto la sfida di andare oltre i numeri, i dati, le statistiche che aiutano a comprendere il fenomeno dei flussi migratori, per entrare nelle storie delle persone, nell’unicità di quanti – per i motivi e nei modi più diversi – hanno deciso di restare in Puglia per dare una risposta al loro viaggio migratorio. Sono solo alcune delle riflessioni emerse dalla condivisione dei dati contenuti nel “Dossier statistico immigrazione 2024” presentato a Manfredonia ieri pomeriggio presso l’auditorium di Palazzo dei Celestini, che per quanto riguarda la Puglia racconta di una regione in cui la popolazione straniera è ormai più stabile, sempre più partecipe nelle comunità, ma ancora marginale, soprattutto nel settore lavorativo.
I RESIDENTI. In Puglia i cittadini stranieri residenti sono 149.477, il 3,8% della popolazione regionale. Di questi 91.649 sono originari di Paesi esterni all’Unione europea. La provincia che ne ospita di più è Bari, con il 30,2%, seguita da Foggia (23,6%), Lecce, Taranto, Brindisi e Barletta-Andria-Trani. La maggioranza dei migranti in Puglia ha un permesso di soggiorno di lungo periodo (51,5%). Tra i sette gruppi nazionali più numerosi cinque vantano uno storico radicamento sul territorio: romeni (20,7% del totale dei residenti stranieri, presenti in Puglia dalla metà degli anni Duemila), albanesi (14,3%, presenti sin dal 1991), marocchini, cinesi e senegalesi (rispettivamente il 7,9%, il 4,5% e il 4,0% del totale) i quali sono arrivati tra la fine degli anni Ottanta e i primi Novanta.
«I dati ci dicono innanzitutto che, al di là della retorica sempre vincente e gridata dell’invasione e delle emergenze, anche in Puglia la popolazione immigrata è sempre più stabile, stabilizzata e sempre più radicata a livello familiare – spiega Maria Paola Nanni, ricercatrice del Centro Studi e Ricerche Idos – . Ė una presenza integrante nel tessuto socio-economico locale, forse non ancora del tutto integrata ma determinate affinché l’intero ingranaggio continui a funzionare».
Il Dossier mette in evidenza che da più di un decennio in Puglia nascono almeno 1.300 bambini da cittadini stranieri. «Queste nuove nascite sono un ulteriore indicatore della stabilizzazione delle presenze. La scuola è probabilmente il luogo che più degli altri diviene cartina di tornasole dei cambiamenti sociali e demografici che caratterizzano il territorio regionale. Nel 2022/2023, gli studenti stranieri sono 20.330, e più della metà (10.627) è nato in Italia» rileva Idos nei dati snocciolati.
Per quanto riguarda la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, gli occupati stranieri in Puglia sono il 4,4% dei 1.292.600 occupati pugliesi, con una quota di donne pari al 36,1%, e per l’86,3% svolgono un lavoro dipendente. Nel mercato del lavoro locale la concentrazione dei lavoratori migranti è più alta rispetto agli italiani nel settore agricolo (è occupato in questo settore il 26,5% dei lavoratori stranieri e solo il 7,2% degli italiani), nel settore delle costruzioni (11,0% e 8,1%) e in quello domestico (18,9% e 1,1%).
LAVORO. «Più incoraggianti i dati sul lavoro autonomo, che restituiscono una certa capacità di “fare impresa” dei cittadini stranieri, sviluppata, spesso, come reazione alla mobilità bloccata nel mercato del lavoro dipendente. A fine 2023 sono 22.146 le imprese gestite da immigrati in Puglia, il 5,8% del totale delle imprese regionali», cresciute dell’1,7% rispetto all’anno precedente. La provincia con il maggior numero di imprese “immigrate” è quella di Lecce (40,1%), seguita da quelle di Bari (25,1%), Foggia (14,1%), Taranto e Brindisi. A livello regionale i principali comparti di attività sono il commercio (52,9%), le costruzioni (10,7%), e l’alloggio e ristorazione (7,1%). Solo in provincia di Foggia compare tra i principali comparti anche quello agricolo, che concentra il 12,0% delle imprese “immigrate” operanti nel territorio. All’incontro erano presenti anche Azmi Jarjawi, responsabile Politiche dell’immigrazione e intercultura Cgil Puglia, e Mohammed Elmajdi, presidente ANOLF Cisl Puglia Carmine Spagnuolo, sociologo e presidente della cooperativa sociale Medtraining. «Continuano a parlare di emergenza, di invasione, ma i dati ci dicono altro, le esperienze di inclusione nei territori, nelle scuole, nei progetti ci dicono altro, ci fanno porre delle domande: perché si continuano a raccontare queste bugie? A chi serve? A cosa serve? Bisogna continuare ad aprire varchi di speranza, ad unire le fronti, a creare opportunità di scambio e conoscenza, che come ci ricorda il Dossier servono a tutti: ai migranti e alle nostre comunità».