Il Silos in via Manfredonia il più grande d’Europa

Foggia si colloca in posizione centrale rispetto ad un territorio a forte vocazione agricola, destinato prevalentemente alla cerealicoltura. Le necessità di conservazione del grano hanno determinato la nascita qui, come in altri centri di Capitanata ,si pensi anche alla vicina Cerignola, di aree adibite a soddisfare tali esigenze. Già in scritti del ‘400 si sottolinea lo stretto legame tra il toponimo della città, Foggia, terra delle fosse, attestato nei documenti a partire dal XII secolo, e la diffusa presenza di silos granari, limitrofi al centro urbano. La vasta area riconosciuta come Piano delle fosse era prossima alla Porta Grande della città, che dà attuale accesso a via Arpi, affacciata sulla strada diretta a Manfredonia; primi espliciti riferimenti a tale area sono contenuti in documenti della prima metà del ‘500. Il Piano delle fosse sorse su suolo demaniale, non lontano da importanti percorsi di tratturi connessi alla Dogana della Mena delle Pecore: era detto anche Piano della Croce, dal monumento eretto nell’area alla metà del XVI sec., e si estendeva dalla chiesa di S. Eligio sino all’odierna via S. Maria della Neve, tra la chiesa di S. Giovanni Battista e i limiti del centro urbano che dovevano correre lungo l’attuale via della Repubblica, corrispondente ad un tratto del Regio Tratturo Foggia-Ofanto. Il nuovo impianto fu inaugurato da Re Vittorio Emanuele nel 1930 a un km dal piano delle fosse in zona Cimitero lungo la via che porta a Manfredonia.
Ettore Braglia