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Gargano, alla scoperta della Valle dei Mulini ad acqua

La costa garganica è ricca di sorprese, è costellata da numerose baie e grotte marine meravigliose e caratterizzate da nomi molto particolari. Spiagge attrezzate e selvagge si susseguono tra alte falesie, la macchia mediterranea e suggestivi panorami. Il Gargano è uno scrigno di numerosi tesori tutti da scoprire, è sicuramente uno dei paesaggi più suggestivi di tutta la Puglia: acqua azzurra e cristallina, panorammi mozzafiato, caratteristiche calette, alte e bianche falesie a strapiombo sul mare, romantiche spiaggette di ghiaia raggiungibili solo via mare e un paesaggio che ci lascia sempre a bocca aperta regalando, soprattutto al tramonto e all’alba, spettacoli indimenticabili.

Nel Gargano vi è anche tanta storia che ogni volta ci lascia senza parole, oggi vogliamo condividere con voi un’interessante ricerca di Giovanni Russo (Capo Settore Forestale del Consorzio di Bonifica Montana del Garganon) sui Mulini ad acqua del Gargano, un modo per viaggiare con la mente rimanendo a casa.

C’è un altro viaggio da fare nel Gargano, un viaggio al di fuori delle mete classiche (mare, isole, conventi), un viaggio da fare in una delle tante storie nascoste del Gargano, un viaggio nei ricordi. E’ il viaggio nella storia dei mulini ad acqua. Ogni mulino, ogni ruota che lo animava, ha una storia da raccontare, a volte vecchia di secoli. Storia di uomini e lavoro, di acqua e farina, di macine e ruote, ma anche di ingegno e fatica – scrive Giovanni Russo -. “Siticulosa Daunia” chiamò Orazio la nostra provincia, ma chi conosceva bene il territorio sapeva che le cose non stavano proprio così.

Infatti, il Manicone, nella sua “Fisica Appula” del 1806, precisava che siticuloso era il Gargano meridionale ma non quello settentrionale (MANICONE, 1806). Infatti, se in quello meridionale c’erano solo pozzi con risorgive non sempre a portata costante, in larghi tratti di quello settentrionale, narra lo stesso Manicone, i paesi “abbondano d’acque scorrenti per verdeggianti sponde”, tanto che oltre alle colture irrigue (agrumeti e orti) egli segnalava la presenza sul Gargano di ben 13 mulini ad acqua, di cui 2 presso la sorgente di Canneto (Vico del G.), n. 5 nel Vallone di Asciatizza (Vico), uno alla foce dello stesso Vallone (in territorio di Rodi G., detto Molino di mare, in funzione fino agli anni ‘50), n. 5 mulini in territorio di Ischitella. A questi 13 mulini, citati dal dotto fraticello di Vico, a seguito della mia ricerca, vanno aggiunti il mulino presso la sorgente di Càldoli, alimentato anche dalle acque della sorgente San Nazario, e quello ubicato in prossimità della sorgente Lauro, del quale oggi si può osservare solo una parete, entrambi in territorio del Comune di San Nicandro Garganico.

Sempre a Vico sono segnalati altri due mulini nella Valle San Nicola, anch’essi oggi solo ruderi in parte nascosti dalla vegetazione. Pertanto, i mulini alimentati dalle sorgenti del Gargano erano ben 17, ma ritengo che questo sia un numero destinato ad aumentare. Quello di Càldoli e quello di Molino di mare di Rodi, sono ancora riportati nella cartografia ufficiale in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare redatta sulla base di foto aeree del 1954. Per il Molino di mare e per quello della sorgente Lauro ho potuto fare delle interessanti interviste ad alcuni anziani che li hanno utilizzati fino alla fine degli anni ‘50.

Anche la toponomastica potrebbe aiutarci in questa ricerca, come quella di alcune contrade del Comune di Vieste, che riflettono abbastanza chiaramente l’esistenza di qualche mulino (Palude e sorgente Molinella, Canale Macinino). Nel catastale di Ischitella si ritrovano i toponimi: Fosso dei molini, Strada vicinale Molino Barricelo, Strada Molino San Pietro. In quello di Vico “strada comunale dei mulini”.Altre curiosità: non solo acqua per far muovere le macine dei mulini ma anche vento. Ad Ischitella si può ancora ammirare la struttura di un mulino a vento (quando andai a fotografarlo si avvicinò un anziano che mi declamò un proverbio che parlava di due mulini a vento!!). A Peschici c’è Via del Mulino a vento.

La struttura muraria di un mulino a vento si può ammirare anche a Vico del Gargano mentre di un altro si racconta a San Giovanni Rotondo. Quasi tutti i 17 mulini ad acqua del Gargano sono oggi ormai ruderi ma preziose testimonianze storiche ed architettoniche che potrebbero essere (almeno alcuni) ancora recuperati e diventare, insieme alle sorgenti che li alimentano, i nuclei di un “ecomuseo dell’acqua garganica”, luogo di esperienza ambientale e punti di riferimento storico-culturale oltre che forte attrattiva turistica.Ma io non sono il solo che si interessa di queste cose”.

Redazione

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