Altamura, il pittore foggiano che ritrasse il Risorgimento

Foggia – Diversamente rispetto ad altre città del Meridione d’Italia, Foggia non giocò un ruolo di primo piano nella storia del Risorgimento, seppure abbia ospitato movimenti carbonari che presero parte ai moti del ’48.
Diede tuttavia i natali ad una individualità, oggi poco ricordata, che a suo tempo seppe incrociare il proprio personale destino con le traiettorie più incisive della storia politica e artistica del nostro Paese. Costui fu Francesco Saverio Altamura (1822 -1897).
Definito «artista mediocre, sopravvalutato ai suoi tempi» da Marco Chiarini nel 1960, Altamura rappresentò proprio per tale sopravvalutazione (sia stata o meno essa legittima) una figura di primo piano: sia perché col suo lavoro di pittore forse non spiccò per originalità ma, facendo sua la lezione di Domenico Morelli, innescò quella storia degli effetti che condurrà ai macchiaioli e agli impressionisti parigini, sia perché le sue gesta da patriota e i suoi rapporti di intima amicizia con Garibaldi lo portarono, a Unità avvenuta (1861), a un prestigio istituzionale che ne fece un testimone eccezionale dello spirito risorgimentale.
Altamura, infatti, dopo esser stato esule a Parigi per le sue idee vicine al liberalismo antiborbonico dove ebbe modo di influenzare il milieu artistico, nel 1860 fece ritorno a Napoli per favorire l’entrata di Garibaldi. Divenne dunque consigliere comunale e fondò la pinacoteca e il Museo Nazionale.
Di qui iniziò un periodo di notevole fecondità artistica che ci riconsegna ritratto per immagini uno spaccato del neonato Stato italiano: interessanti i suoi numerosi ritratti di Giuseppe Garibaldi o anche opere a carattere storico come La prima bandiera italiana portata in Firenze, che raffigura un giovinetto munito di Tricolore passeggiare in un’assolata aria italiana di fronte alla maestosità della città dei Medici.
Una gran parte di questi dipinti è conservata nel nostro Museo Civico e costituisce un reperto che è lì a rimembrare la storia di un passaggio, artistico e politico, decisivo ancorché controverso come fu lo stesso Altamura, il cui valore – e scusateci se è poco! – è forse soprattutto archeologico. Mica male in questi tempi smemorati.
A cura di Antonio Lombardi