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L’altra faccia della pizza: la storia della Casereccia made in Foggia

Foggia – Un turista che ha voglia di pizza: cosa gli fareste assaggiare per imprimere nelle sue papille gustative l’essenza della nostra città anche in questo settore? La risposta è solo una: un bel pezzo di pizza casereccia, la degna cugina della focaccia barese. Un mix di ingredienti e un segreto speciale che hanno reso questa pizza made in Foggia un cibo identificativo della nostra città per i palati locali ma anche per i buongustai d’Oltralpe.

LA STORIA

Ve lo immaginate il figlio di un mugnaio, esperto conoscitore del metodo di lavorazione delle farine che, ogni giorno, dopo il lavoro, passava la notte in azienda a sperimentare. Un viso stanco, qualche schizzo di pomodoro, le mani impolverate di farina ma tanta determinazione negli occhi per raggiungere il suo obiettivo: migliorare un prodotto già esistente – la classica pizza casereccia fatta dalle nostre nonne – per renderlo un prodotto eccellente, destinanto a distinguersi.

Ebbene, come la più classica delle storie, è arrivato il colpo di scena che ha segnato il destino delle pizze al trancio della nostra città. Come ogni storia culinaria che si rispetti, Vito Marinaccio scoprì un segreto capace di fare la differenza, un segreto che ha dato un altro volto alla pizza casereccia così come era comunemente conosciuta.

Ma se il segreto è gelosamente custodito, qualche dettaglio invece può essere rivelato, per dimostrare perchè la casereccia continui a piacere così tanto.

La casereccia Marinaccio

CROCCANTE ALL’ESTERNO, MORBIDA AL CENTRO: IL SAPORE DELLA QUALITA’

Mangiare – anzi, degustare – un pezzo di casereccia Marinaccio significa addentare una pizza con i bordi croccanti ma con il cuore morbido, in cui la fa da padrone un’abbodante alveolatura, sinonimo di qualità e lievitazione naturale.

Per la sua preparazione si utilizza una farina al limite del biologico priva di additivi e miglioramenti chimici. Il resto degli ingredienti si mescola in quell’equilibrio che si ottiene da una scelta attenta delle materie prime e dai segreti di una sapiente lavorazione.

Il risultato? Una pizza che appaga, una pizza dall’elevata tollerabilità e digeribilità che si fa mangiare con gusto anche dopo alcuni giorni: insomma una pizza capace di gratificare corpo e mente.

LA CASERECCIA: QUESTIONE DI GUSTI

Nella mentalità comune, la casereccia è ormai diventato il termine con cui si indica una pizza fragrante condita con i pomodori freschi che sappia di casa e di tradizione.

Eppure quasi nessuno sa che dietro questa gustosa accezione, si cela solo il metodo di preparazione: “casereccioinfatti è il tipo di lavorazione e la base di una pizza che invece può assecondare tutti i gusti e prestarsi ad ospitare i condimenti più appetitosi.

Adesso non vi resta che ordinare un bel pizzo di pizza: casereccia sì, ma con tutto quello che vi piace di più. Ma con un’avvertenza: la bontà si sente, il gusto peculiare persiste in bocca.

Sarà davvero difficile poi farne a meno!


Dalila Campanile

Giornalista pubblicista, addetta stampa e digital PR. Sin da piccola non ho mai smesso di coltivare una delle mie più grandi passioni: la scrittura. Dopo l’esperienza di redattrice presso il giornalino scolastico delle scuole medie “Il SottoSopra”, ho capito che la mia strada sarebbe stata quella: non mi sono mai fermata, intraprendendo numerose collaborazioni con le testate locali, specializzandomi in articoli di costume. Poi sono arrivate le collaborazioni per gli uffici stampa e la comunicazione digitale. Dopo la laurea in legge – la mie materia preferite? Inevitabilmente Diritto Commerciale e Diritto delle Comunicazioni – ho seguito numerosi corsi di aggiornamento e specializzazione per affinare le mie doti comunicative. La mia missione? Far circolare le buone notizie e raccontare il bello che ci circonda, perché non bisogna mai darlo per scontato.

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