
Anche Foggia si prepara all’invasione pacifica delle ‘Sardine’, il movimento nato a Bologna da quattro giovani studenti. Le Sardine si stanno spargendo, a macchia d’olio, su tutto il territorio nazionale. Non rappresentano alcun colore politico, ma nascono come un movimento antisovranista, antirazzista e antifascista.
Gli animatori e promotori del gruppo nato a Foggia sono Annarita Melfitani e Michele Cera. Il gruppo Facebook locale conta oltre duemila like. Intanto, i due organizzatori hanno chiamato in piazza tutti i foggiani.
Appuntamento per sabato 7 dicembre, ore 18.30, presso l’isola pedonale – angolo C.so Giannone. Il loro obiettivo? Coinvolgere, almeno, tremila persone in piazza. Ecco le parole di Annarita Melfitani.
Quali sono gli elementi che contraddistinguono il movimento, appena nato, da un tradizionale partito politico?
In tanti anni, in Italia, la politica non ha mai risolto nulla. Noi siamo un gruppo di persone, unite da Nord a Sud, stanco di parlare solo di odio e razzismo, come sta avvenendo oggi. I nostri Padri fondatori (della Repubblica Italiana, ndr) hanno combattuto tanto per dare all’Italia la libertà e la pace. Siamo nel 2019, ma sembra di essere tornati indietro di oltre cinquant’anni. Questa cosa deve finire.
Oggi vedo ancora persone per strada che, quando passa un ragazzo di colore, fanno commenti razzisti. Ciò fa molto male. Personalmente, mi occupo di volontariato da tanti anni e collaboro anche con volontari stranieri. Come dico sempre, non dobbiamo guardare il colore della pelle o la provenienza di questi ragazzi perché come esiste il buono e cattivo foggiano, ovviamente lo stesso vale per loro, non generalizziamo.
In tanti si sono chiesti: perché è stato scelto il nome “Sardine”?
Questa cosa è nata come una scommessa di quattro ragazzi di Bologna che, per gioco, hanno detto “dobbiamo stringerci in piazza Grande peggio delle sardine, stare il più vicino possibile”. Quindi, più ne siamo, più ci stringiamo e riempiamo le piazze.
Ieri sera, per qualche ora, è stata oscurata la pagina Facebook principale del movimento. È segno che questo fenomeno sta preoccupando il sistema vigente?
Ti sei risposto da solo. Sicuramente facciamo paura. Le buone idee e la purezza fanno paura, perché il bene vince sempre il male.
Ritiene che anche Foggia, alla fine, “non si Lega”?
Un foggiano, un meridionale o, come ci chiamano loro, “un terrone” che continua a votare la Lega è una vergogna. Quindi, Foggia “non si Lega”. Vogliamo rimanere nella nostra terra. Ci siamo dimenticati i loro slogan antimeridionali? Io non li dimentico.
Sono terrona e sono orgogliosa di esserlo, con i miei pregi e difetti. Vi aspettiamo il 7 dicembre alle ore 18.30, senza bandiere di partito ma con delle Sardine disegnate su un cartoncino. Unico obbligo (sorride, ndr): cantare “Bella ciao”, la canzone della Liberazione.