Politica

Foggia, la sindaca Episcopo: Gaza è la nostra città

Agli uomini e alle donne della Flottilla va il nostro ringraziamento.

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FOGGIA – La sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo, in un post sul suo profilo social, ha commentato le notizie in arrivo sulla Global Sumud Flottilla giunta ieri in vista di Gaza e bloccata dalle autorità israeliane “Di fronte all’indifferenza e al silenzio assordante dei Governi davanti a un genocidio compiuto dal Governo di Israele a Gaza giorno dopo giorno – scrive la sindaca – Agli , dopo un’azione terroristica da condannare con fermezza ma che non può giustificare decine di migliaia di morti civili, bambine, donne, anziani, centinaia di giornalisti uccisi, ospedali bombardati e devastati, un popolo indifeso e ridotto alla fame e ostaggio di cecchini senza scrupoli, sono stati i cittadini a cercare di scuotere le coscienze e ribellarsi.

Lo hanno fatto con la più grande missione umanitaria della storia dell’umanità, dando vita e anima alla Global Sumud Flotilla, con imbarcazioni cariche di generi di prima necessità e speranza in un ritorno della ragione, del diritto, della civiltà, fermate oggi a 75 miglia da Gaza in modo illegale da Israele in acque internazionali, in violazione di ogni diritto internazionale, ancora una volta, l’ennesima dall’inizio di questa drammatica escalation di barbarie, sangue, macerie.

A quelle mille persone, che hanno avuto il coraggio che è mancato e continua a mancare ai Potenti del Mondo che non riescono a fermare questa deriva che verrà ricordata per sempre come una delle pagine più buie dell’Umanità, va il nostro sincero ringraziamento.

Gaza continua ad essere isolata e sotto assalto, i bambini continuano ad essere bersagli mobili di azioni criminali inaccettabili e vergognose, ma grazie a quelle navi, grazie a quei volti stanchi ma orgogliosi, infreddoliti ma dal cuore pulsante, Gaza è la nostra città, Gaza è la nostra comunità, la nostra terra, e nessun esercito potrà cancellarla e spazzarla via.
E ogni bambino e ogni bambina di Gaza, ogni persona mutilata e ferita e stuprata e ridotta a scheletro, è una sconfitta di chi non può più fare finta di non vedere, non sapere, non decidere, di chi si nasconde e fugge dalle proprie responsabilità verso loro, verso se stessi, la collettività e verso la Storia.

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