Caos allo Zaccheria, lancio di oggetti contro i tifosi ospiti: feriti due cerignolani

Foggia – Ieri pomeriggio, durante la partita Foggia-Audace Cerignola, sono stati registrati diversi momenti di tensione nel capoluogo dauno.
Tra il primo e il secondo tempo, durante l’intervallo del derby di Capitanata, sarebbe avvenuto un pericoloso lancio di oggetti da parte della tifoseria del Foggia.
“Lui è mio zio, Giuseppe, tifoso del Cerignola ed ex tifoso del Foggia. Adesso vi spiego perché”, inizia così il racconto accompagnato da due foto che il nipote di un tifoso cerignolano, colpito ieri a Foggia dal pericoloso lancio di oggetti partito allo Zaccheria, ha deciso di condividere sui social.
E prosegue: “Ad inizio campionato la prima cosa che ha detto a me ed ai miei cugini è stata “vedete quando giochiamo a Foggia e segnate quella data in rosso, allo “Zaccheria” dobbiamo andare tutti insieme”. Così durante queste lunghe settimane di attesa aumentavano i racconti del vecchio Foggia e ci ha raccontato di quando il Foggia ha battuto l’Inter del Mago Herrera e soprattutto di Zemanlandia. Ma questa storia la conosciamo anche noi.
Oggi, arriviamo ad oggi. Andiamo allo “Zaccheria”, con noi tanti e tanti tifosi del Cerignola. Bello, bellissimo. Vediamo tanti bambini e siamo felici, ancora di più. La nostra partita finisce ad inizio secondo tempo. In un attimo mi volto e vedo mio zio e mio cugino doloranti con le mani in testa.
Non capisco, nessuno attorno a noi capisce. Qualcuno aveva deciso di lanciare verso di noi, i “rivali”, oggetti, cosa abbiano lanciato non lo so, ma ha colpito ed anche bene. Il secondo tempo lo abbiamo passato vicino l’ambulanza e poi al pronto soccorso.
Il Cerignola ha perso. Per noi ha perso, ancora una volta, il calcio sport di cui siamo o forse eravamo innamorati. Mio zio sicuramente non ci chiederà più di andare allo “Zaccheria”. Peccato.
Ho visto dopo l’episodio molti genitori scendere dalla curva con i propri figli per portarli al sicuro. Al sicuro. Anche per alcuni di loro la partita è finita in quel momento. Peccato”.