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“Per me la musica è terapia”, il cantautore foggiano Francesco Delli Carri si racconta

Foggia – Ci sono storie che amiamo raccontare perchè sono il segno tangibile della passione, della creatività e della voglia di mettersi in gioco per ciò che si ama fare.

Francesco Delli Carri, è un 46enne foggiano, un crocese doc che sin da quando era piccolo si è avvicinato al fantastico mondo della musica e non lo ha mai più abbandonato.

Prima in una band e poi da solista, Francesco non ha mai perso la voglia di raccontare a modo suo le sue emozioni e sensazioni, lo fa in una maniera molto semplice e artigianale, prendendo spunto dai personaggi del suo quartiere e da ciò che gli succede intorno.

Nato in un quartiere non sempre “facile” di Foggia, come quello di Borgo Croci, la vita lo ha portato a svolgere un lavoro ben distante dalla sua passione ma la sua vena artistica pulsa quotidinamente e si trasforma in un cantautorato semplice, schietto e diretto, o come preferisce definirlo lui, semplicemente libero.

Francesco non ha uno studio di registrazione, fa tutto da solo a casa. Scrive, compone, canta e suona tra le mura di casa dando sfogo alla sua creatività.

Da quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della musica?

Da sempre, sicuramente mi sono avvicinato alla musica alla fine degli anni 70, già da quando avevo solamente quattro anni e in casa avevamo sempre la radio accesa. A nove anni ho partecipato ad un concorso canoro per bambini a Foggia, ero piccolo ma già da allora ero una grande spugna che assorbiva molto. Sono cresciuto sotto l’influenza di artisti come Baglioni, Battisti, Matia Bazar e Pink Floyd.

Quando hai composto la tua prima canzone?

La scintilla scoccò a 12 anni quando vidi il film di Totò “Capriccio all’italiana” e Domenico Modugno in una scena cantò una canzone struggente. Mi resi conto che non mi bastava solo cantare brani conosciuti, volevo cimentarmi anche nella composizioni di brani scritti da me, così ho scritto la mia prima canzone.

Cosa rappresenta per te scrivere e comporre canzoni?

Per me è un esercizio terapeutico, mi fa entrare in dimensioni mentali ed immaginifiche mai esplorate prima.

Da dove prendi ispirazione?

Da quello che vivo, che sento e che vedo, che poi interiorizzo e trasformo grazie alle sensazioni in parole e musica. Spesso sono sensazioni di malinconia e nostalgia, ricordare il passato per trasformarlo a presente. Questa è la mia linea guida.

Quanto contano il luogo in cui sei nato e le tue radici per la tua arte?

Contano molto, se fossi nato a Milano o a Catania, così come a Parigi o Londra, avrei fatto canzoni diverse in base al bagaglio di esperienze e ispirazioni che offre il luogo di appartenenza.

Di cosa parli nelle tue canzoni?

Descrivo in modo immaginifico e a volte anche criptico le mie sensazioni, i pensieri più reconditi, le mie visioni; infatti inizio sempre con il comporre prima la musica e sulla musica scrivo le parole.

A chi sono indirizzate?

Semplicemente a chi ha voglia di ascoltarle, sapendo che la mia musica è grezza e senza tecnicismi, soprattutto nel sound. Produco le mie canzoni in modo artigianale, a casa mia. Le eventuali sbavature fanno parte dell’autenticità del processo di composizione e produzione.

Anche nei piccoli errori che un orecchio esperto può rilevare non c’è nulla di improvvisato, anzi a me piace così. Sarà la mia formazione metal che mi fa essere trasgressivo e andare controcorrente.

Foggia ha dato i natali a numerosi artisti, pensi possa essere il trampolino di lancio per una tua possibile carriera nel mondo musicale?

Ho 46 anni e sinceramente non mi aspetto niente, è finito il sogno.Già 24 anni fa, quando ho iniziato ad esibirmi nei locali con la mia band era difficile far avvicinare i foggiani alla musica metal, la mia prima grande passione. Nella mia città ho vissuto molte discriminazioni legate a questo genere, cosa che invece non ho vissuto in provincia.

Da otto anni sto vivendo questa esperienza da cantautore solista. Ho sei album all’attivo e mi accontento di avere una mia nicchia di sostenitori, tutte persone che come me credono che si possa fare musica anche in economia, perchè l’obiettivo della musica è aggregazione, unire e far provare emozioni senza discriminazioni.

Annarita Correra

Mi chiamo Annarita Correra, ho 28 anni, sono una giornalista pubblicista, una copywriter, content creator e cantastorie. Credo che la bellezza salverà il mondo e per questo la cerco e la inseguo nella mia terra, la più bella del mondo. L’amore per la letteratura mi ha portato a conseguire la laurea triennale in Lettere Moderne e quella magistrale in Filologia Moderna. Ho collaborato con riviste online culturali, raccontando con interviste e reportage le bellezze pugliesi. La mia avventura con Foggia Reporter é iniziata cinque anni fa. Da due anni curo la linea editoriale del giornale, cercando di raccontare la città e la sua provincia in modo inedito, dando voce e spazio alla cultura e alle nostre radici. Scrivo e creo contenuti digitali, gestisco la pagina Instagram del giornale raccogliendo e raccontando le immagini più belle delle nostra terra.

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