Da Rivera all’impresa sfiorata in Coppa Italia: dieci curiosità sull’Alessandria
Sarà l’Alessandria il primo ostacolo per il Foggia nella corsa alla Serie B. Il club piemontese si è classificato al quarto posto nel Girone A di Lega Pro garantendosi l’accesso ai playoff, anche se l’obiettivo primario era la promozione diretta. Nobile decaduta del calcio italiano, i grigi sono un club ricco di fascino e tradizione. Scopriamo alcuni aneddoti e curiosità del club piemontese:
Gianni Rivera, da molti considerato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, è nato ad Alessandria ed ha esordito in Serie A proprio con i grigi il 2 Giugno 1959, ancor prima di compiere sedici anni. In seguito si trasferì al Milan con il quale vinse tre scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe e il Pallone d’oro 1968.
Nel 1948 l’Alessandria fu suo malgrado protagonista di una sconfitta epocale: 10-0 contro il Grande Torino. Quella sconfitta è ancora adesso la più pesante nella storia del campionato italiano.
Nel 1968 l’Alessandria disputò un’amichevole contro il Santos di Pelè. Il fuoriclasse brasiliano indossò uscendo dal campo la maglia numero dieci dei piemontesi.
L’allenatore dell’Alessandria, Angelo Gregucci, è stato un discreto difensore tra gli anni 80 e 90. Gregucci vanta da giocatore 184 presenze in Serie A, con le maglie di Lazio, Torino e Reggiana. Da sottolineare anche la sua esperienza come collaboratore tecnico di Roberto Mancini sulla panchina del Manchester City nel 2012.
L’ultima partecipazione dell’Alessandria in Serie A risale addirittura alla stagione 1959-60. I piemontesi hanno disputato tredici campionati in massima serie.
L’attuale allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, ha allenato i grigi nel campionato 2010-11. La squadra si classificò terzo posto qualificandosi ai playoff di Lega Pro, ma venne retrocessa a fine anno dal Giudice Sportivo per alcune vicende legate allo scandalo calcioscommesse.
Nel corso di questa stagione, l’Alessandria si è resa protagonista di una splendida cavalcata in Coppa Italia, eliminando Pro Vercelli, Spezia, Genoa e Palermo, uscendo di scena soltanto contro il Milan in semifinale. Una vera e propria favola sportiva che ha ispirato anche un libro edito dal quotidiano “La Stampa”.
Il simbolo della squadra è l’orso. L’idea fu del disegnatore “Carlin” Bergoglio, storico vignettista del Guerin Sportivo che, negli anni Venti creò mascotte (prevalentemente animali) per molte squadre di calcio italiane: optò per questa scelta facendo riferimento «al gioco pacato, ma scardinatore dell’undici grigio, un gioco che raggiungeva la punta massima proprio in quelle giornate di clima siberiale e su terreni pantanosi».
Ferdinando Vitofrancesco, terzino dell’Alessandria, è nato a Foggia il 4-8-1998. Non ha mai giocato in maglia rossonera, anche se nella sessione di mercato invernale dello scorso campionato il suo approdo in maglia rossonera sembrava in dirittura d’arrivo. Una trattativa sfumata in seguito all’offerta di rinnovo e adeguamento di contratto presentata dal club piemontese al giocatore.
Sono soltanto nove i precedenti tra Foggia e Alessandria, tutti disputati in Serie B.