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Ancora morte in Capitanata, femminicidio a Cerignola: Nunzia uccisa davanti ai figli piccoli

Cerignola – Quello di ieri pomeriggio è stato l’ennesimo orribile e tragico femminicidio in provincia di Foggia.

Ancora morte, lacrime e un senso di vuoto in Capitanata dopo l’omicidio consumatosi ieri pomeriggio in una calda domenica di luglio a Cerignola.

Nunzia Compierchio, 41enne di Cerignola, è stata raggiunta dal suo aguzzino nella sua abitazione di via Fabriano, alla periferia della città, dove si trovava con i suoi due figli piccoli.

Nunzia è morta dopo essere stata colpita da alcuni colpi di pistola che l’hanno raggiunta allo sterno e alle gambe. Da quanto si apprende a sparare sarebbe stato l’ex marito della donna, accusato di omicidio volontario.

L’uomo, il 44enne Angelo Di Meo, dopo aver provato a fuggire è stato raggiunto e fermato dalle Forze dell’ordine di Cerignola. Si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Matteo Stella della Procura di Foggia.

Di Meo si sarebbe presentato nel primo pomeriggio a casa della donna e le avrebbe sparato appena lei ha aperto la porta.

Quando la polizia è riuscita a raggiungerlo, l’uomo era a casa di suo padre e aveva con sè una pistola modificata.

Stando a quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, ieri mattina erano andati a mangiare a casa dei genitori di lui e verso le 14:00 Angelo Di Meo aveva riaccompagnato a casa la donna.

Poi l’uomo si sarebbe allontanato per tornare poco dopo. Non appena la donna ha aperto la porta di casa, Di Meo ha esploso la raffica di proiettili, i primi in direzione delle gambe poi quello mortale allo sterno.

Gli inquirenti parlando di motivazioni quasi certamente di natura passionale, l’uomo era ossessionato dalla gelosia.

Oggi quanto vale la vita di una donna? Torniamo a farci questa domanda e non possiamo che provare tanta rabbia.

Una storia terribile quella di Nunzia che ci riporta alla mente tutte le vittime di femminicidio che la Capitanata ha pianto lo scorso anno, come Filomena Bruno e di Roberta Perillo.

Il 2019 è stato un anno estremamente doloroso, triste e carico di sofferenze per la nostra terra, la provincia di Foggia.

Donne diversi con storie differenti, tutte accomunate però da una triste e tragica fine. Le vittime di femminicidio, come detto prima, possono essere molto differenti tra loro ma c’è un unico comune denominatore che le accomuna: la violenza. Quanto vale la vita di una donna? Poco, forse nulla considerando i dati.

Redazione

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