Febbre del Nilo – La ASL di Foggia rassicura: “Nessuna emergenza”

È stata confermata la positività alla West Nile per l’uomo di 42 anni ricoverato presso il reparto di malattie infettive del Policlinico Riuniti di Foggia; per questo sono state avviate tutte le procedure di sorveglianza veterinaria previste dal “Piano operativo regionale per la sorveglianza veterinaria della West Nile Disease e dell’Usutu” del biennio 2023-2024.
Il Direttore generale della Asl di Foggia, Antonio Nigri, dichiara che la situazione è costantemente monitorata.
In Italia e in Europa, nell’ultimo decennio, si è assistito all’aumento di segnalazioni di arbovirosi come la Febbre del Nilo. L’incremento dei casi è legato ai cambiamenti climatici e all’aumento dei viaggi in quelle zone del mondo in cui sono più frequenti queste malattie e che portano all’importazione e alla riproduzione, nel nostro territorio, dei vettori che possono trasmetterle. Per questo, si devono adottare misure di lotta contro gli insetti-vettore e sistemi di sorveglianza sanitaria che possano limitare l’introduzione dei virus nel nostro Paese.
Secondo il Direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Foggia, Giovanni Iannucci, è importante l’informazione e la formazione alla salute, per prevenire eventuali infezioni causate da virus come quello della Febbre del Nilo. Ad esempio, è possibile eliminare i focolai ambientali costituiti da «oggetti presenti nei giardini, che possono costituire piccole raccolte temporanee d’acqua (come barattoli vuoti, sottovasi, contenitori senza coperchio, anfore ornamentali, giochi per bambini)». Sempre ai fini della prevenzione, è necessario proteggere gli anziani e le persone debilitate e vulnerabili per cui la sintomatologia di eventuali infezioni sarebbe più grave, con repellenti cutanei. Inoltre, si consiglia di soggiornare, il più possibile, in ambienti protetti da zanzariere e provvisti di insetticidi ad uso domestico.
Anche per la donazione di sangue ed emocomponenti, cellule, organi e tessuti sono attive le misure di prevenzione attraverso test di screening per far sì che sia assicurata sempre la presenza di sangue e di emocomponenti.

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