Sindacato

Ex Sofim, La Fiom Cgil non firma la Cassa integrazione per 1.577 lavoratori

Per il sindacato "è necessario assicurare che a pagare il prezzo del calo produttivo non sia una circoscritta platea di lavoratori e delle loro famiglie"

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FOGGIA – Lo scorso 13 giugno scorso si è svolto l’incontro tra la Direzione aziendale della FPT Industrial di Foggia, le OO.SS. territoriali e la Rsa di stabilimento per l’esame congiunto della richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria avanzata dall’azienda in data 30 maggio 2024, dovuta alla necessità di adeguare i volumi produttivi dello stabilimento ai ridotti ordinativi del mese di giugno.

In fase di avvio della procedura di Cassa integrazione, l’azienda ha comunicato che la sospensione della attività lavorativa riguarderà complessivamente 1577 lavoratori tra operai ed impiegati.

L’azienda ha, inoltre, riferito che nel periodo interessato dalle sospensioni dell’attività, potrà essere comandato al lavoro, oltre al personale necessario alle esigenze tecniche, organizzative e di sicurezza degli impianti, il personale necessario ad eventuali esigenze produttive che dovessero manifestarsi.

In riferimento a quest’ultimo punto, la FIOM ha fatto espressa richiesta di prevedere, anche sulla base della fungibilità dei lavoratori, meccanismi e modalità utili a garantire la rotazione tra le maestranze. La Direzione aziendale, invece, ha ritenuto non necessario specificare nel verbale la richiesta avanzata dalla FIOM.

Per questa ragione la FIOM ha deciso di non sottoscrivere il verbale di esame congiunto relativo alla richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria avanzata dall’azienda.

La FIOM è consapevole che i prossimi mesi saranno estremamente complessi per lo stabilimento foggiano e sarà necessario comprendere e condividere le scelte che determineranno il futuro del sito produttivo, a partire dell’intera tenuta occupazionale.

Proprio per questa ragione la FIOM ritiene imprescindibile garantire un principio di equità tra le maestranze, anche e soprattutto in una fase critica per lo stabilimento. È necessario assicurare che a pagare il prezzo del calo produttivo non sia una circoscritta platea di lavoratori e delle loro famiglie.

In una fase delicata e complessa come quella in corso, dividere i lavoratori rappresenterebbe un grave errore. Per questa ragione la FIOM monitorerà, attraverso i propri delegati in stabilimento, l’andamento gestionale della Cassa Integrazione.

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