La corruzione ci costa 250 milioni l’anno, Emiliano lancia “Transparency”
“Questo non è il solito progetto al quale si aderisce e basta, da oggi comincia una guerra alla corruzione ed è una guerra che deve cominciare chiedendo all’avversario di arrendersi senza combattere perché il mondo è cambiato, perché il denaro disponibile non è infinito e perché i diritti delle persone non sono più compatibili con gli abusi delle altre persone, di quelli cioè che hanno pensato che la loro vita dovesse girare sempre allo stesso modo. Questa guerra verrà sperimentata dalla Asl di Bari, che è una delle più complesse d’Italia, e quando avremo consapevolezza che il metodo funziona, verrà applicato alle altre Asl con grande celerità perché la corruzione è un costo enorme che va frenato subito. Noi pensiamo che questo sia l’unico metodo possibile per combatterla senza fare retorica”.
Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che questa mattina, insieme con il direttore del Dipartimento Salute della Regione Giovanni Gorgoni e il direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro, ha presentato alla stampa il progetto “Curiamo la corruzione”, un progetto di Transparency International Italia in collaborazione con CENSIS, ISPE Sanità e RiSSC. Insieme si sono attivati sul territorio con lo scopo di contrastare la corruzione in sanità ed hanno scelto, in questa prima fase di sperimentazione, oltre alla Asl di Bari, azineda pilota del progetto, altre tre aziende sanitarie italiane: l’ASST di Melegnano e della Martesana (MI), l’ASP di Siracusa e l’ASSP di Trento.
“Il metodo di lavoro e di studio è la trasparenza – ha continuato Emiliano – aprire cioè alla conoscenza di chiunque ed in modo strutturato tutto ciò che è a nostra disposizione. Noi individueremo il meccanismo di certificazione della spesa e di verifica della utilità della stessa, non solo alla luce della legge italiana, ma anche alla luce delle esperienze che questo gruppo di lavoro avrà individuato. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che oggi passa anche attraverso la nostra volontà di scambiare le buone pratiche e di farci esaminare. Noi stiamo aprendo le porte a Trasparency e stiamo dicendo, venite e guardate come funziona il nostro sistema, che è un sistema che non funziona e che va cambiato”.
Emiliano si è particolarmente compiaciuto del fatto che sia stata la stessa direzione generale della Asl di Bari a chiedere all’organizzazione internazionale Transparency di aderire volontariamente al progetto, in qualità di azienda pilota. “La lotta alla corruzione è durissima – ha aggiunto il Presidente – ed è molto rischiosa perchè quando vai a chiudere i rubinetti delle persone, queste reagiscono”. Emiliano ha infine sottolineato come “classifiche universalmente riconosciute accreditino la Puglia come una delle regioni a più alto tasso di corruzione con riferimento specifico alla sanità”.
“Poiché – ha concluso Emiliano – a noi questa storia non ci sta bene, nel senso che non ci sta bene che la Puglia stia in queste condizioni, non ci sta bene che la corruzione venga considerata come un fatto ineluttabile, come un costo aziendale, noi accettiamo la sfida cominciando oggi dalla Asl di Bari. Sono molto curioso e molto interessato ai risultati di questa operazione che vede la Asl di Bari azienda pilota di un progetto che mira ad acchiappare quanti più gaglioffi è possibile”. La sfida per il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, “è più culturale che procedurale o amministrativa procedurale anche perchè scontiamo ancora una credenza secondo cui il furbo in realtà è uno che ha capito tutto mentre il furbo va considerato per quello che è, e cioè un delinquente, la corruzione infatti, non dimentichiamocelo, è un reato penale”.
“Molti tra gli strumenti messi in campo da Transparency Italia sono già a disposizione di tutte le aziende sanitarie pubbliche e quindi potrebbe essere già applicati – ha detto Gorgoni – complessivamente invece la corruzione in Italia stimata è di 6 miliardi l’anno come danno sulla sanità pubblica che corrisponde ad un 5-6 % di tutte le risorse stanziate per la sanità. In Puglia è molto difficile dirlo ma la corruzione potrebbe valere tra i 100 e i 250 milioni di euro che sono una cifra non di poco conto. Con questo denaro si può fare molta più assistenza sia domiciliare che territoriale, quella che ci manca, molte più assunzione, che sono quelle che ci mancano”.
Tra gli strumenti utilizzati nel corso dei due anni di ricerca, particolare attenzione è stata rivolta allo strumento del Whistleblowing, ossia la possibilità di segnalare in maniera documentata e con la tutela massima di anonimato, comportamenti illeciti di cui si è conoscenza.
“Le segnalazioni non solo dei dipendenti ma di tutti coloro che sono interessati – ha specificato il direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro – sono un binario parallelo a quello che è lo scopo fondamentale del progetto, che è quello di mettere in trasparenza le procedure di governance delle aziende sanitarie, aziende molto complesse nella loro organizzazione. Vi sarà un percorso parallelo perché laddove i percorsi gestiti non siano sufficienti ad evitare comportamenti opportunistici da parte degli operatori del settore, potranno essere inviate segnalazioni in forma anonima all’azienda, all’ufficio anticorruzione. Queste informazioni saranno utilizzate per l’inserimento nella procedura di Whistleblowing, una procedura informatica, oltre che organizzativa, fruibile a partire dal prossimo mese di aprile direttamente sul sito di Transparency, il luogo fisico all’interno del quale le riflessioni potranno essere contenute ed esaminate”. Montanaro ha poi spiegato cosa prevede il progetto “Curiamo la corruzione”. “Il modello prevede all’inizio una fase formativa seguita da una fase amministrativa, da una fase di revisione dei sistemi di organizzazione delle aziende che partecipano al progetto, la descrizione cioè dei percorsi amministrative gestiti, per la fase della spesa, che verranno messi a fattore comune e dai quali deriverà una best practice che poi sarà considerata quella da utilizzare nella 4 aziende pilota”.
L’azienda sanitaria di Bari sarà dunque una tra le prime quattro in Italia a poter partecipare attivamente al progetto come azienda pilota, con l’obiettivo di prevenire e contrastare in maniera più efficace corruzione e sprechi. Il progetto ha un obiettivo molto ambizioso: aiutare il sistema sanitario nazionale a ridurre il livello di corruzione grazie a una maggior trasparenza, integrità e responsabilità.
Le attività in programma mirano innanzitutto ad aumentare la consapevolezza sul fenomeno della corruzione, a istruire e formare dirigenti e staff e a implementare e testare sul campo strumenti anti-corruzione e modelli organizzativi innovativi. Da qui, l’importanza del lavoro che sarà svolto insieme alla ASL di Bari, dove gli strumenti anticorruzione verranno testati e monitorati per 2 anni in collaborazione con il Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e lo staff designato dalle organizzazioni. La collaborazione ha l’obiettivo di aiutare l’azienda a mitigare i rischi di corruzione e di spreco e aumentare l’efficienza per offrire un servizio sempre migliore ai cittadini.
L’Italia è uno dei Paesi europei in cui la corruzione in sanità è particolarmente percepita. Questa dato trova conferma in Puglia, regione che si classifica al 19° posto per livello di corruzione percepita a confronto con le altre regioni italiane. Da qui la necessità di agire e la volontà della ASL di Bari di porsi in prima fila nella lotta alla corruzione. Oltre a momenti di formazione anticorruzione, l’azienda sanitaria barese avrà modo di testare tra gli altri strumenti innovativi per il whistleblowing, per la pubblicazione dei dati aperti, per garantire l’accesso alle informazioni ai cittadini, per rendere più sicure le gare d’appalto.
Curiamo la corruzione è un progetto di Transparency International Italia in partnership con CENSIS, ISPE Sanità e RiSSC, finanziato nell’ambito della Siemens Integrity Initiative. Per info: www.curiamolacorruzione.it, Twitter twitter.com/cura_corruzione e Facebook www.facebook.com/curiamolacorruzione.