Emergenza idrica in Puglia: l’invaso di Occhito vicino al collasso, Coldiretti lancia l’allarme per l’agricoltura foggiana

L’invaso di Occhito contiene appena 42 milioni di metri cubi d’acqua, a un passo dal cosiddetto “volume morto” di 40 milioni.

FOGGIA – La Puglia continua a fare i conti con una crisi idrica senza precedenti. Nonostante i forti sacrifici imposti agli agricoltori per contenere i consumi e preservare le riserve, la situazione nel Foggiano è ormai al limite. Le scorte d’acqua nei bacini regionali risultano inferiori al 15% della capacità complessiva, mentre l’invaso di Occhito, principale serbatoio della Capitanata, contiene appena 42 milioni di metri cubi d’acqua, a un passo dal cosiddetto “volume morto” di 40 milioni.

A denunciare la gravità della situazione è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche. “Il livello di allarme è massimo – sottolinea l’associazione – e riguarda non solo l’agricoltura ma anche l’approvvigionamento potabile: a partire dal 20 ottobre sono state introdotte riduzioni di pressione su tutta la rete idrica pugliese, e in Basilicata si prevedono sospensioni notturne dell’erogazione da metà novembre”.

Secondo l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale, la severità idrica per la Puglia ha raggiunto il livello più alto, con una crisi definita “lunga e profonda”, iniziata nel 2024 e destinata a protrarsi almeno fino al 2026. Le conseguenze sull’agricoltura sono già pesanti: a rischio le produzioni ortofrutticole dei prossimi mesi, mentre nei pascoli si registra un forte calo del foraggio verde. Coldiretti avverte che, senza interventi strutturali, i danni economici e ambientali saranno enormi.

L’associazione invoca la realizzazione di un piano strategico di invasi e micro-bacini per raccogliere l’acqua piovana e riutilizzarla nei periodi di siccità, con sistemi di pompaggio capaci di produrre anche energia elettrica.
“Solo una rete efficiente di bacini – conclude Coldiretti – può garantire riserve idriche nei periodi di crisi e ridurre l’impatto dei fenomeni meteorologici estremi, che sempre più spesso trasformano la siccità in emergenza e la pioggia in disastro.”

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