Elon Musk a Roma: progressista o reazionario?

Elon Musk ha preso parte alla penultima giornata del Festival Atreju 2023, che si tiene nei giardini di Castel Sant’Angelo a Roma, ed è organizzato da Fratelli d’Italia. Musk ha accettato l’invito di Giorgia Meloni, per poter parlare di calo della natalità, di tecnologia; di cambiamento climatico; e di altri temi fortemente attuali.

Ci si sarebbe aspettato da lui un discorso progressista sulla libertà di fare figli, se farli e con quali mezzi; sulla possibilità di utilizzare la tecnologia per sviluppare l’accesso libero al sapere; sulla necessaria attenzione da dedicare al cambiamento climatico.

È salito sul palco con in braccio uno dei suoi undici figli, generato con la gestazione per altri; utilizzando la retorica del “fare figli” per poter avere maggiore forza lavoro e fare un buon investimento nel nostro Paese. Ne ha parlato senza problematizzare l’argomento, senza chiedersi come dovremmo crescerli questi figli, in un mondo economicamente, socialmente e politicamente allo sbando.

Il suo discorso è stato il riflesso di una politica economica del consumismo fine a sé stesso, del produci-consuma-fai figli-muori; dell’imprenditore ciecamente interessato a mettere le mani nella politica soltanto per rimpinguare i propri guadagni.

Non ha espresso interesse per lo sviluppo demografico in sé, ma per l’aumento della popolazione in vista dell’aumento della forza lavoro utile al proprio guadagno.

La tecnologia, in questo caso, non verrebbe utilizzata per moltiplicare le possibilità di accesso alla verità in maniera democratica; ma per asservire la popolazione al guadagno di uno; la presenza di Elon Musk alla festa di Fratelli d’Italia ha rappresentato quell'”incontro reazionario tra populismo nazionalista e capitalismo tecnologico” (come lo ha definito Roberto Saviano), che, a medio e lungo termine, rischia seriamente di indebolire la democrazia.

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