Ecobonus 110%: guida per richiedere la detrazione

In aggiunta ai tradizionali interventi per favorire le ristrutturazioni per migliorare efficientamento termico e resistenza sismica, il decreto Rilancio introduce il Superbonus 110%.
Dal primo luglio 2020 è possibile portare in detrazione le spese sostenute per la ristrutturazione della propria abitazione. L’intervento è previsto all’interno del Decreto Rilancio che prevede di incentivare l’intervento per migliorare l’isolamento termico delle abitazioni e la loro resistenza in caso di evento sismico.
Si tratta di una misura eccezionale che si include nel numero di interventi per rifinanziare la partenza dopo il lockdown e la contrazione di consumi e dell’andamento economico della nazione. Ma si colloca all’interno di un filone già ben strutturato che mira a incentivare l’intervento dei privati per ridurre i consumi per la spesa energetica.
Si stima che oltre il 60% del parco immobiliare italiano ricada nelle classi energetiche meno efficienti, cioè quelle caratterizzate da un maggior consumo di risorse per il loro riscaldamento o raffreddamento. Solo gli edifici di nuova costruzione, infatti, sono tenuti a rispettare la più rigida normativa in fatto di efficientamento energetico.
Quindi tra il 2016 e il 2019 si è registrato un aumento degli edifici efficienti dal 7% al 10%. Un lento ma costante miglioramento che si stima verrà amplificato dagli interventi che sono resi possibili dall’incentivo statale attualmente in vigore.
Quali sono gli interventi previsti dal Superbonus 110%
Con l’articolo 119 della legge numero 77 del 17 luglio 2020, si stabilisce quali sono gli interventi sui quali ricade l’incentivo del Superbonus 110%.
In particolare si stabiliscono prioritari gli interventi che ricadono in queste categorie:
· Efficientamento energetico
· Interventi contro il rischio sismico
· Impianti fotovoltaici
· Realizzazione di colonnine di ricarica di veicoli elettrici
Tutti gli interventi di ristrutturazione devono essere stati eseguiti nel periodo compreso tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
La detrazione, quindi lo “sconto” sull’importo complessivo delle tasse da pagare, si applica per il 110% alle spese che il proprietario di casa ha sostenuto. Le uscite devono essere documentate e riferirsi alla tipologia di lavori previsti dal decreto. Quindi l’obiettivo dichiarato è quello di incentivare la miglioria delle abitazioni dal punto di vista dei consumi e della resistenza ai sismi.
Tra gli interventi previsti dal decreto figura anche la realizzazione del cosiddetto “cappotto termico”. Si tratta del rivestimento che migliora l’isolamento delle abitazioni e che può essere applicato alle pareti opache, quindi le pareti, verticali, orizzontali o inclinate. L’intervento deve riguardare almeno il 25% della superficie dell’involucro dell’edificio per poter ricadere nella fattispecie prevista dal decreto.
Lo scopo del cappotto termico è di contenere la dispersione della temperatura interna alla casa. Quindi, una volta raggiunte le condizioni ottimali, non è necessario spendere grosse risorse per mantenere tali condizioni.
Basta un semplice calorifero elettrico di media portata per riscaldare una casa intera, se l’isolamento è ben fatto e rispetta le caratteristiche ottimali. Un buon cappotto termico è anche in grado di isolare la temperatura dei corpi delle persone che abitano la casa. In alcune condizioni potrebbe non essere necessario utilizzare i riscaldamenti come in una casa passiva.
Interventi per la sostituzione degli impianti di climatizzazione
Uno dei punti del decreto riguarda in particolare i lavori svolti per sostituire gli impianti di climatizzazione invernale già installati nell’abitazione. L’obiettivo è di sostituire progressivamente e a tappeto i vecchi sistemi di riscaldamento con quelli a condensazione. Questo tipo di caldaia si rivela più efficiente e sicura sotto diversi punti di vista. Con questo tipo di tecnologia è possibile contare su una classe A dell’elettrodomestico.
In definitiva, si può contare sul vantaggio esteso di un migliore controllo dei consumi di combustibile o altra fonte usata per alimentare l’impianto di riscaldamento. Nel decreto si fa riferimento anche ai sistemi di alimentazione alternativi a quelli a combustione, come il gas, la legna o altro combustibile. Infatti si auspica il passaggio a sistemi di riscaldamento a pompa di calore alimentati anche con impianti ibridi o geotermici, fotovoltaici, di microcogenerazione o a collettori solari.
Chi può richiedere la detrazione
È possibile usufruire della detrazione fiscale in modalità diverse e per la prima volta l’incentivo è rivolto a una platea molto ampia. Le abitazioni possono essere singole o condominiali e i lavori si possono svolgere in maniera da efficientare l’intero edificio.
I parametri previsti dalla norma prevedono la possibilità di cedere il proprio credito d’imposta alla banca o alla ditta che esegue i lavori. In questo modo è possibile ricevere lo sconto in fattura anche quando non si hanno i requisiti per beneficiare interamente del credito d’imposta anche se spalmato su dieci anni come previsto dalla norma.