Foggiane che scrissero la storia: la rivoluzionaria Filomena Cicchetti

Foggia – In attesa della Festa della donna che ogni anno ricorre l’8 marzo, vogliamo ricordare le grandi protagoniste femminili della nostra città e della nostra terra. Purtroppo la storia fatta dalle donne non viene quasi mai ricordata, non se ne parla nei libri ed è condannata all’oblio.
Dopo avervi parlato di Maria Pepe, la prima donna dauna ingegnere, questa volta vogliamo raccontarvi la storia di una donna foggiana molto coraggiosa che fece la rivoluzione, Filomena Cicchetti.
La storia di Filomena si inserisce in un periodo molto delicato per il Sud e non solo. Nel 1898 la crisi economica nel nostro Paese era molto pesante e le scelte del governo finirono per inasprire sempre di più gli animi delle classi meno abbienti delle varie regioni italiane.
Gli italiani ormai stanchi e sofferenti per l’aumento del costo del grano (e quindi del pane) non rimasero in silenzio e diedero vita a numerose forme di protesta che culminarono nel noto eccidio di Miliano. I moti popolari del 1898 furono la dura e disperata risposta alle gravissime condizioni sociali in cui versava il popolo italiano.
Di quei moti rivoluzionari si ricordano, purtroppo, le tragiche cannonate e gli spari ordinati dal generale Bava Beccaris, comandante del Corpo d’armata, sulla folla. Tra il 6 e il 9 maggio morirono oltre 80 manifestanti.
Episodio analogo ma fortunatamente senza vittime si ebbe a Foggia, alcuni giorni prima del cosiddetto eccidio di Milano, il 28 aprile 1898. All’epoca la vita in città non era per niente facile e, come nel resto d’Italia, si respirava un grande malumore.
Inoltre, il capoluogo dauno aveva bisogno di importante bonifiche, di acqua e di un sistema fognario. A guidare la rivoluzione foggiana fu una donna, Filomena Cicchetti, conosciuta da tutti come “Zia Monica”.
Il primo obiettivo della protesta foggiana fu Palazzo Dogana, sede della Prefettura e dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza, dove il sindaco dell’epoca Emilio Perrone cercò di calmare gli animi dei suoi concittadini.
Il popolo esasperato però non si fermò, si spinse fino al Municipio dando fuoco ad alcuni ambienti, le fiamme divorarono in particolar modo l’archivio. Andarono distrutti tantissimi documenti riguardanti la storia della città.
Considerata la fame, la miseria e la difficile situazione i manifestanti decisero di svuotare i Magazzini Generali della città. A differenza di quanto avvenne a Milano, per fortuna, a Foggia non si verifiò l’analoga carneficina, il 78° Reggimento fanteria presente nel capoluogo dauno non ricevette un simile comando dal Capitano Bonfante.
La rivolta guidata da “Zia Monica” è passata alla storia come “Rivoluzione della fame”, uno dei momenti più intensi e sicuramente bui della nostra città in cui una donna assunse pieni poteri mostrandosi come una combattente intraprendente pronta a tutto per la sua città.
Fonte: Storia di Foggia di Leonardo Scopece