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Direzione Nazionale Antimafia: “A Foggia sconcertante omertà a livello istituzionale”

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La Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo ha presentato una nuova relazione in cui si analizzano le caratteristiche e il modus operandi delle associazioni di criminalità organizzata. Nelle 956 pagine ci sono, ovviamente, anche dei riferimenti alla situazione di Foggia.

Il pesce puzza dalla testa, precisamente dalle istituzioni, scrive la DNA: “Se a Foggia l’omertà del singolo cittadino risulta difficilmente condivisibile, assolutamente inaccettabile è un similare atteggiamento da parte di istituzioni pubbliche, la cui immagine e condotta si pone come esempio per la comunità”. Istituzioni omertose, dunque, che creano “una cortina di impenetrabilità che protegge la mafia foggiana” per nascondere i suoi legami con la politica, emersi in passato in svariate inchieste.

Ecco un altro passaggio eloquente: “Una caratteristica specifica della mafia operante nel territorio del circondario di Foggia è l’impenetrabilità, che rende il lavoro degli investigatori particolarmente arduo e si traduce, purtroppo, in un impressionante numero di omicidi e ‘lupare bianche’ tuttora irrisolti. Le motivazioni di tale impenetrabilità sono di diversa natura: morfologia del territorio: l’impervia zona garganica e l’opposta piattezza della zona della Capitanata rendono impossibile un controllo territoriale operato attraverso attività di osservazione, pedinamenti, ma anche attraverso strumentazioni tecnologiche. A ciò si aggiunge che ampie zone sono tuttora prive di copertura di rete telefonica e telematica. Inoltre la spietatezza espressa nella gestione degli affari criminali ha indotto nella popolazione una condizione di totale assoggettamento e un conseguente atteggiamento di omertà, persino da parte delle stesse vittime: emblematico l’atteggiamento degli imprenditori vittime di estorsione nel processo “Corona”, conclusosi con pesanti condanne a carico degli estorsori, pur in assenza di denuncia da parte degli imprenditori, non costituitisi neanche come parti civili!”.

Attenzione, però, agli stereotipi: la mafia foggiana è tutt’altro che rozza. Al contrario, “è l’organizzazione criminale pugliese più vicina alla cosiddetta ‘Mafia degli affari’“. E se qualche spiraglio si vede, grazie ad una “maggiore collaborazione delle vittime”, in provincia si registra comunque “una preoccupante recrudescenza di atti intimidatori con finalità estorsive ai danni di imprenditori e commercianti, anche con l’utilizzo di ordigni esplosivi”. Ciò avviene anche per l’indebolimento della “Società Foggiana” per via di sequestri e degli arresti.

Per questo, “nel circondario di Foggia gli esponenti della malavita tendono ad assumere, salvo il verificarsi di gravi evenienze che impongano diverse programmazioni criminali o strategie, un profilo che sia il più basso possibile, perseguendo sul territorio una politica di pax mafiosa o tendente a forme di alleanza e collaborazione, strumentali a dedicarsi con maggiore serenità alle attività, criminali e non, da cui trarre profitto”.

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