Di Mauro candidato sindaco, Casanova non ci sta
Elezioni Foggia, Casanova (Lega): “Rammaricato per scelta coalizione, città ha bisogno di coraggio e discontinuità”*
Il suo invito alla discontinuità nella scelta del candidato sindaco di Foggia è caduto nel vuoto. Massimo Casanova è deluso, e non parteciperà al tavolo politico del centrodestra che oggi – salvo imprevisti – dovrebbe indicare il nome del candidato sindaco di Foggia. Il nome in pole position è quello del segretario provinciale azzurro Raffaele Di Mauro, consigliere comunale di maggioranza durante il secondo mandato di franco Landella, interrotto con le dimissioni del sindaco e lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Casanova, con il suo appello alla discontinuità, non solo ha chiesto un passo indietro a chi era più vicino al sindaco Landella, ma anche a chi – pur in maggioranza – non si è accorto di quanto stava succedendo. Casanova non lo dice esplicitamente, ma è evidente il suo rammarico per il tempo perso. In trenta mesi di commissariamento c’erano i tempi per rigenerare i partiti e individuare non solo il sindaco ma una intera squadra vincente. “Mi duole comunicare il mio profondo rammarico per l’esito a cui si sta avviando il tavolo regionale di coalizione – scrive l’europarlamentare in una nota – Assolutamente niente di personale contro Raffaele Di Mauro, che è certamente persona leale e appassionata. Il tema è politico e riguarda l’istanza di cambiamento fortemente attesa dalla città dopo i noti fatti che hanno riguardato il Comune di Foggia e i ben due lunghi anni di commissariamento che ne sono seguiti. Dai partiti i cittadini si aspettavano e si aspettano più coraggio, un robusto scatto di reni in piena e totale discontinuità con il recente passato amministrativo. E’ stato il dovere della risposta a questa sacrosanta richiesta l’imperativo a cui la Lega ha lavorato in questi mesi, posta a pregiudiziale inderogabile per qualsivoglia percorso comune con le altre forze di centrodestra. Da imprenditore prima che da politico – e pertanto con l’occhio e il pragmatismo di chi è abituato ad ascoltare il sentire comune e ad assumere le sfide dell’innovazione, del futuro, dello sviluppo -, più volte mi sono appellato alla scelta del miglior candidato possibile per competenza, serietà e visione ma, soprattutto, alla necessità di un profilo avulso dalle solite stanche logiche di partito e, naturalmente, dai fatti che hanno drammaticamente colpito l’amministrazione passata. Constato, invece, un incauto permanere tra gli stessi nomi e le vecchie dinamiche, addirittura ripiegando su un nome certamente rispettabile ma il cui ruolo di primo rappresentante del territorio dei partiti colpiti da scioglimento mal si presta ad incarnare la discontinuità richiesta. Foggia, lo ribadisco, esprime caso a sé nello scacchiere regionale del ‘manuale Cencelli’ dei partiti; su di essa va fatta una valutazione unica, chiara e coraggiosa, rifuggendo la logica distributiva e comparativa con gli altri capoluoghi pugliesi. Sono queste le motivazioni che, con tutto il rispetto per i condivisibili e da me sempre sostenuti obiettivi di unità che muovono il centrodestra, spiegano la mia personale assenza al tavolo di oggi. Preannuncio, pertanto, sin d’ora le mie valutazioni all’esito di esso”.