De Leonardis: “Container al posto di baracche, ma i ghetti rimangono”
Nota del Presidente del Gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis:
“Moduli container al posto di baracche nell’enorme bidonville sorta nelle campagne a quindici chilometri da Foggia e a cinque da San Severo rappresentano senz’altro un passo avanti sul piano igienico e sanitario, ma non offrono alcuna soluzione all’emergenza dettata dal massiccio arrivo di immigrati in coincidenza con la stagione delle raccolte, alla gestione dei flussi da parte della criminalità organizzata, al radicamento e al controllo esercitato dal fenomeno del caporalato, all’illegalità come regola e non eccezione.
Negli scorsi anni erano state investite ingenti risorse pubbliche negli ‘alberghi diffusi’ sul territorio, un’esperienza che avrebbe dovuto chiudere per sempre le terribili esperienze dei Ghetti e delle aggregazioni improvvisate sorte a macchia di leopardo, raccontate dal giornalista de l’Espresso Fabrizio Gatti in un reportage che ha fatto scalpore; e che si è rivelata fallimentare proprio perché la grandissima parte degli immigrati ha preferito rimanere in clandestinità e nell’illegalità, per scelta obbligata o consapevole. E i nuovi moduli abitativi che verranno acquistati – e che dovrebbero comunque arrivare in pieno agosto, con grave ritardo – alimentano analoghe perplessità, in mancanza di adeguati controlli e nell’incertezza e confusione ancora regnante intorno a strategie, programmazioni e indirizzi. Per questo auspico un confronto e un dibattito in Consiglio regionale con il Presidente Emiliano e l’esecutivo, per conoscere, alla luce delle contraddizioni, degli annunci e controannunci, dei proclami di chiusure e sgomberi puntualmente e sistematicamente disattesi nel passato recente e remoto, che modello di accoglienza di lavoratori immigrati la Regione Puglia intende promuovere e soprattutto tradurre in realtà. Proprio lo stridente contrasto tra la ‘narrazione’ della realtà e la quotidianità vera, infatti, è una delle cause della fuga dei cittadini dalle urne, e la politica oggi più che mai è chiamata a dare risposte concrete e immediate alle emergenze, confrontandosi inevitabilmente anche con i risultati e non preoccupandosi unicamente delle promesse. Ovunque e soprattutto in quelle campagne, zone franche di degrado, schiavitù, illegalità e umanità disperata che non può essere dimenticata”.