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Dante e Petrarca a Foggia

Presso la Biblioteca di Foggia è conservato il più antico codice della “Vita di Dante” del Boccaccio.

Salvato dalla devastazione dei bombardamenti, quello che fu ed è un grande tesoro della cultura nazionale, la “Biblioteca di Nicola Zingarelli” – che fu acquistata dalla Biblioteca Provinciale di Foggia e che Milano vide partire con pungente rammarico e riordinata meticolosamente  è utilizzato dagli studiosi della regione.

Raccoglie volumi del più alto valore librario, con 9239 pezzi, specializzata per la sezione dantesca e petrarchesca, è unica più che rara.

Si trova l’edizione dantesca Albina del 1472, la Benacense del 1506, quella del Vellutello del 1544 e le tre edizioni della Divina Commedia della Crusca del 1578, del 1595 e del 1598. In questa sezione c’è un pregiatissimo manoscritto del 1475 che contiene la “Vita di Dante” di Giovanni Boccaccio ed è il più interessante dei codici.

Il valore di questo codice è attestato da Zingarelli che di suo pugno nella prima pagina del codice ha scritto “ Questo manoscritto è il più antico della famiglia come dimostra la grafia “.

Accanto alla sezione dantesca vi è quella del Petrarca: consta di quattordici edizioni che partono dal XVI secolo fino al 1609 e insieme è una rarità bibliografica.

Nello stesso settore dei poeti ci sono i volumi di autori di opere poetiche e prosatori con rare edizioni del Boccaccio, del Pontano e dell’Ariosto di cui uno raro del 1585.

Un altro studio resta quello del Petrarca, si tratta di scritti inediti di Nicola Zingarelli, ma nessuno ha provveduto alla stampa di quest’altra importante opera.

A cura di Ettore Braglia

Redazione

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