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Coronavirus, caso sospetto ad Ascoli Satriano. Il sindaco: “Noi abbandonati”

Ascoli Satriano – Protocolli inefficaci, numero verde intasato, psicosi sempre alta nonostante i numeri si mostrino poco preoccupanti e così i sindaci dei piccoli centri si ritrovano a dover fronteggiare l’emergenza Coronavirus in totale solitudine.

Il caso sospetto di CoVid-19 di Ascoli Satriano, raccontato dal sindaco Vincenzo Sarcone, è indicativo: “Il 24 febbraio vengo a sapere che nella mia città ha soggiornato un uomo ascolano ma residente a Soresina, in provincia di Cremona (dove sono stati accertati 5 casi di Coronavirus, ndr). Questa persona aveva avuto la febbre e aveva chiamato invano il 112. Era stato invitato ad andare a Bari per fare il tampone: a quel punto ha deciso di partire per tornare a casa, a Soresina”.

Solo che la sua permanenza ad Ascoli pare abbia creato qualche problema: “Il sindaco di Soresina mi ha detto che nemmeno lui ha a disposizione l’esame del tampone del nostro concittadino, visto che da quelle parti la sanità è al collasso. Quindi telefono al numero verde 1500, ma è ingolfato.

Chiamo la Prefettura, ma la funzionaria resta nel vago e dice che la Prefettura non ha alcuna competenza su casi simili. La direzione generale della Asl mi assicura un intervento, ma niente”, aggiunge il sindaco Sarcone.

Il protocollo regionale, per chiunque sia stato nei luoghi dei focolai, prevede quarantena e il censimento obbligatorio presso medici di base o Asl. Ma se nessuno risponde ai numeri – è il ragionamento del primo cittadino di Ascoli Satriano – allora diventa impossibile gestire l’emergenza. Anche perché la sorella dell’uomo di Soresina, che lo ha ospitato per qualche giorno, a sua volta oggi è febbricitante e la notizia sta spaventando i cittadini del piccolo centro dei Monti Dauni.

Solo oggi la Asl di Vito Piazzolla provvederà ad effettuare il tampone sulla donna di Ascoli Satriano: “Se un sindaco ha avuto tutta questa difficoltà per avere una risposta, figuriamoci un comune cittadino, soprattutto se anziano. Non voglio fare allarmismi, ma è grave questa impossibilità di fare prevenzione, è sbagliato far finta di niente”, dice Sarcone.

“Ieri sera il direttore generale della Asl Vito Piazzolla, in Prefettura, ha detto che è tutto sotto controllo: speriamo che il controllo venga esercitato”, accusa il sindaco.

E proprio a margine del summit in Prefettura, anche il sindaco di Candela e presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta, ieri sera ha usato parole molto dure sui protocolli e sulla gestione dell’emergenza in Capitanata: “Non è il momento di fare polemica, però purtroppo è mancato un indirizzo, un ordine centrale da parte del Governo e della Regione Puglia. C’è tanto disordine, ammesso anche dalla direzione della Asl, visto che i medici non sanno ancora nulla e consigliano la quarantena, cosa che invece abbiamo appreso che non serve”, spiega Gatta.

I problemi maggiori di questa emergenza di presentano soprattutto nelle periferie della Capitanata, nei piccoli centri lontani dagli uffici di sanità: “Manca una centralità, purtroppo non abbiamo avuto giuste direttive. Arrivano giovani universitari dalle regioni del nord e interessano i sindaci, e spesso ci troviamo impreparati”, conclude il presidente della Provincia di Foggia Nicola Gatta.  

Aggiornamento

Il sindaco di Ascoli Satriano ha poi ritrattato: LINK

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