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Incendio a Cerignola, famiglie in strada: “Dormiamo in auto, aiutateci”

Cerignola – Un vasto incendio, un dramma nel dramma, a Cerignola. Tutto è iniziato lo scorso 13 febbraio, quando i sacrifici ed il lavoro dei gestori del “Lanotte Bike”, un negozio di biciclette, sono andati in fumo insieme ad uno spaventoso rogo scatenatosi a causa di un cortocircuito interno che ha coinvolto l’intero Palazzo Lelli di viale Usa.

Da allora, dopo l’ordinanza di sgombero, 20 famiglie sono rimaste senza un tetto in cui vivere e dormire. Così una delegazione si è recata in Comune per cercare di trovare soluzioni temporanee, o di conoscere i tempi del rientro, ma le rassicurazioni non sono arrivate: ad oggi non si sa quanto tempo occorra per ripristinare l’immobile che presenta lesioni strutturali.

Da due giorni Luigi, sua moglie e i suoi figli (di 5, 11 e 14 anni) dormono in auto: “Non sappiamo dove andare, all’inizio, per qualche giorno, abbiamo dormito nei box, ma ci hanno detto che era pericoloso. Quindi ora siamo in giro in auto, parcheggiando in uno spiazzo nel centro della città.

Ormai dormiamo in auto, non possiamo entrare in casa e soprattutto non sappiamo quando ci daranno il via libera. Ogni giorno ci danno informazioni diverse, chi parla di qualche giorno, chi parla di settimane, nel frattempo noi non sappiamo dove andare”.

L’auto di Luigi è attrezzata per poter trascorrere le notti: coperte, asciugamani, indumenti, perfino materiale scolastico per i piccoli. “Alcuni di noi residenti, dopo l’incendio che ha colpito tutto il palazzo, sono andati in un B&B, un altro mio vicino di casa dorme in un camion, altri più fortunati sono andati dai parenti. Ma adesso i disguidi iniziano a diventare pesanti per tutti”, racconta l’inquilino di “Palazzo Lelli”.

Il cortocircuito che ha generato l’imponente rogo ha compromesso l’edificio e per questo è giunta, immediatamente, un’ordinanza di sgombero. Gli uffici comunali – oggi coordinati da una commissione prefettizia dopo lo scioglimento per mafia dell’Ente- non riescono a dare informazioni sufficienti, anche in considerazione del fatto che si tratta di una faccenda di natura “privatistica”.

Nel mezzo le venti famiglie si affidano a soluzioni di fortuna o alla solidarietà dei cittadini. Ad esempio, la lavanderia BluWash si è offerta di effettuare prestazioni gratuite per i residenti di Viale Usa “fortemente in difficoltà”: “Considerando lo stato di grave disagio in cui si trovano in questi giorni le famiglie del Palazzo Lelli, vogliamo contribuire nel nostro piccolo ad aiutare le persone in difficoltà a causa di questa inaspettata disgrazia”.

“Mettiamo a disposizione gratuitamente la nostra lavanderia per lavaggio e asciugatura dei capi danneggiati dal fumo dell’incendio ed eventualmente anche di altra roba visto che le famiglie non possono entrare nelle abitazioni”, dicono i titolari di Bluwash.

Anche il “Gruppo Nenn” (un’associazione spontanea di cittadini)- insieme alla Polizia di Stato-  corre in soccorso delle famiglie ora senza casa: “Il nostro gruppo ha deciso di intervenire così come ha fatto in passato con altre calamità come il terremoto in Marche e Abruzzo e Albania.

In collaborazione con il Vice Questore Dott.ssa Loreta Colasuonno e il gruppo di Nenn con i referenti Sig.ra Rosaria Giancola, Maria Santomartino ed Enza Lopopolo si organizza una raccolta fondi da donare alle famiglie che necessitano di un aiuto urgente in denaro.

Qualunque Gruppo o Associazione che voglia aderire assieme a noi per questa gara di solidarietà può contattare le responsabili di gruppo citate”, si legge sui social. Le prime donazioni iniziano ad arrivare. Nel frattempo il dramma – per residenti di Palazzo Lelli e per il titolare dell’attività andata in fiamme – continua.

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