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Denuncia di Usb: “Rischio per donne in gravidanza negli ospedali Covid di Capitanata”

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“È un controsenso, per noi, spostare una massa di donne e bambini in un ospedale che, visto quanto sta succedendo dappertutto, potrebbe essere a rischio per partorienti e bambini”.

Fa discutere la riorganizzazione degli ospedali di Capitanata per contrastare la diffusione del Coronavirus.

In particolare la dotazione di 10 posti letto COVID al Tatarella di Cerignola e la chiusura del reparto di Ginecologia di San Severo per la Unione Sindacale di Base possono produrre un tilt pericoloso per la salute.

Ne è convinto il sindacalista Antonio Di Gemma, che spiega: “Come è senz’altro noto, il Coronavirus per quanto devastante, non ha debellato le altre malattie purtroppo presenti e, per questo, troviamo inspiegabile che un Plesso Ospedaliero come quello di San Severo non rientrante nella rete Covid-19, venga depauperato delle sue specialità (in particolare Ostetricia e Ginecologia insieme alla Pediatria) a favore di un Plesso ospedaliero che è entrato, di fatto, nella rete Covid-19, come quello di Cerignola”.

In pratica, Ginecologia di Cerignola – ospedale in cui si trattano i casi CoVid – diventa riferimento per la Ginecologia della provincia; lo stesso reparto di San Severo, invece, viene “accorpato” temporaneamente.

“Le donne si recheranno in massa in un ospedale CoVid, a rischio contagio”, è l’allarme, mentre sarebbe stato più corretto separare i pazienti Coronavirus da quelli non Coronavirus.

“Logica e linee guida del 23/3/2020 avrebbero dovuto indirizzare verso un obiettivo ed improcrastinabile potenziamento del P.O. di San Severo (vista la non appartenenza alla rete Covid-19) in tutte le sue specialità per meglio fronteggiare la gestione dell’emergenza ospedaliera NON COVID della ASL”, dicono dalla USB.

L’organizzazione sindacale spinge per una netta separazione tra pazienti Covid e pazienti no covid attraverso “l’individuazione nell’ambito provinciale, in accordo con l’A.O.U. di Foggia, di immobili di ex-presidi ospedalieri dismessi e/o accorpati e riattivarli in tempi rapidi, se i destinatari ritengono che ci sia quest’esigenza precipua”.

Inoltre – prosegue Di Gemma – è urgente “individuare, in estrema ratio, le strutture in grado di garantire percorsi separati per pz COVID positivi dai pz NO Covid e reperire il personale occorrente a coprire le carenze di organico (oltre ai DPI idonei) con le stesse modalità con cui la Protezione Civile ha inviato personale medico e infermieristico nelle regioni del Nord”. 

Per questo la USB chiede la revoca della delibera del direttore generale della ASL FG Vito Piazzolla.

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