“Binario Zero” fa tappa ad Orsara, le storie dei senza dimora ospiti dell’Orsa Maggiore
«Quando penso a quelle vite mi viene in mente un grumo di spaghetti caduti a terra, tanto buoni a vedersi nella pentola ma che una volta caduti, nessuno mangerebbe più. Nessuno più nemmeno li raccoglierebbe, proprio come quei sogni e quelle verità e quelle gambe e quelle mani spalmate sull’asfalto, sbattute dentro le pareti di quei vagoni arrugginiti. Perché nessuno le raccoglie?».
Le parole di Michela Del Priore, dell’associazione culturale Orsa Maggiore, racchiudono il senso di Binario Zero. Storie da foglio di via, il libro sulle storie dei senza dimora italiani e migranti raccolte dai volontari dell’associazione Fratelli della stazione di Foggia. Un bicchiere di latte caldo ed una manciata di biscotti in cambio di una storia. Quelle di Binario Zero (edizioni fogliodivia) sono piccole storie da raccontare. Da condividere. Nate dalla polvere, dalla strada. Senzatetto, vagabondi, sans-papiers. Italiani e migranti. Storie da foglio di via, raccontate sul piazzale della stazione di Foggia.
Un immaginario binario zero, che racchiude tante storie e che dà il titolo al libro che racchiude le vicende di Eugenio, Marian, Ali, Dino, Ibrahim, Michele e di tanti altri senzafissadimora che vivono nei pressi della stazione ferroviaria. Un libro che vuole essere uno strumento per riflettere sul tema della povertà, per ascoltare le storie di chi vive in fragilità sociale, per respirare l’odore nauseabondo che viene fuori. Il libro Binario Zero sarà presentato ad Orsara di Puglia domenica 6 marzo, alle 19, nel locale E.G.O. di Michele Casoria nell’ambito dell’AperiLibro, l’aperitivo letterario organizzato dall’associazione Orsa Maggiore per coniugare la passione per i libri ad un aperitivo in compagnia.
Ospiti della serata Claudio de Martino ed Emiliano Moccia, coautori e volontari dell’associazione Fratelli della Stazione. Modera Michela Del Priore. Quella del 6 marzo, dunque, è un’occasione per parlare di senza fissa dimora. Di migrazione. Di emarginazione. Di umanità. Perché come è scritto nel libro edito da edizioni fogliodivia «ti chiediamo di non scappare davanti all’odore nauseabondo che viene fuori da queste pagine. Perché quell’odore conserva ancora delle vite, dei sogni, dei nomi. Ed uno di questi, potresti incontrarlo un giorno per strada. Sii pronto ad ascoltare il suo racconto».