Attualità

Beneficenza: al di là dell’apparenza

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Esistono diversi modi di fare beneficenza: c’è chi pubblicizza la propria azione per fare in modo che altre persone possano emularla; chi la fa diventare un modo per ottenere un tornaconto personale; e poi c’è chi la fa senza che altri lo sappiano. Fare beneficenza significa donare qualcosa per recare aiuto a chi è bisognoso. È questo il cortocircuito in cui s’incorre se la si opera pubblicamente: si pone chi ha ricevuto nella posizione di debitore.

Questo è un tema su cui ci si è soffermati dopo la questione Balocco-Ferragni: l’influencer avrebbe utilizzato una comunicazione poco chiara in merito alla vendita in sovrapprezzo di pandori del noto marchio, giustificando, almeno in parte, la variazione di prezzo con il fine benefico. La confusione tra sovrapprezzo dovuto all’utilizzo del nome della Ferragni accanto a quello del pandoro e quello giustificato dalla devoluzione in beneficenza ha generato una comunicazione torbida, in cui fine benefico e marketing erano diventati difficilmente distinguibili.

L’attore Alessandro Gassmann ha così commentato la vicenda: «La beneficenza non andrebbe dichiarata né pubblicizzata, altrimenti si potrebbe pensare che si è fatta per trarne vantaggio di immagine. Mio padre ha sempre fatto beneficenza nella sua vita e non ne ha mai parlato pubblicamente e la cosa lo ha sempre reso felice»(ANSA). Su GoFundMe, la piattaforma su cui è possibile organizzare raccolte fondi, è possibile effettuare donazioni per sostenere le cause più diverse: affrontare le consegue di problemi ambientali; donare aiuti agli ospedali o per spese mediche; fronteggiare emergenze; devolvere denaro per promuovere l’istruzione (https://www.gofundme.com/it-it). In questo modo, nel 2023, sono stati raccolti circa 25 milioni di dollari in tutto il mondo.

Sul territorio di Foggia sono attive numerose organizzazioni benefiche, che collaborano con le istituzioni e con altre realtà associative del luogo, cui è possibile fare donazioni di cibo e vestiti (Caritas, Banco Alimentare), che raccolgono e redistribuiscono. Queste sono solo alcune delle tante realtà di associazionismo a fine benefico che esistono e operano sul territorio. Tornando alla questione “Ferragni-Balocco”, l’influencer affronterà le indagini e le possibili conseguenze di quanto accaduto, ma è necessario ricordare che i due piani, quello del lavoro (che nel caso di Chiara Ferragni è strettamente legato alla sua immagine) e quello della beneficenza devono viaggiare su due piani paralleli, per non rischiare che nasca anche solo il dubbio che dal “dono” se ne possa trarre vantaggio. Perché, certamente, la Ferragni ha utilizzato le proprie energie e capacità per aumentare la possibilità di vendita dei prodotti cui era abbinato il suo marchio e, probabilmente, aveva tentato anche di abbinare il suo nome a quello di operazioni benefiche, per promuovere un’idea di imprenditoria positiva; ma il rischio di perdere credibilità, in questi casi, è troppo alto e facilmente si può minare la fiducia che i singoli cittadini hanno nelle attività di beneficenza, che sempre si sono messe in atto, spesso con la reale volontà di aiutare il prossimo in maniera disinteressata.

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