Politica

Associazione Panunzio: le nomine del Comune in Amiu Puglia destano perplessità

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FOGGIA – Mentre i fuochi artificiali chiudevano i festeggiamenti del Ferragosto, un nuovo botto ha scosso Palazzo di Città. A lanciare il botto l’avvocato Dimitri Cavallaro Lioi, presidente dell’associazione “Giovanni Panunzio – Eguaglianza, legalità, diritti”, associazione da sempre impegnata sul fronte della lotta alla mafia.

Il “botto” di Dimitri Cavallaro Lioi è una lunga nota nella quale l’avvocato dice la sua sulle recenti nomine firmate dalla sindaca Episcopo per i rappresentanti del Comune di Foggia all’interno del Consiglio di Amministrazione di Amiu Puglia. Lioi pone una questione che ha un serio peso politico. Senza nominare mai l’ex parlamentare Colomba Mongiello, l’avvocato Lioi parla di scelte della Giunta «che ci hanno destato perplessità».

«Tra i nomi scelti direttamente dalla sindaca Episcopo per Amiu Puglia SpA – scrive Lioi – vi sarebbe quello di chi anni addietro era stata presidente di Amica SpA, altra partecipata del Comune di Foggia (e la cui storia finale meriterebbe un capitolo a parte), durante una vicenda che è opportuno oggi richiamare alla memoria. Per quanto riportato anche di recente da qualche testata locale, infatti, si trattava, all’epoca, dell’assunzione in Amica SpA del figlio di un noto esponente della mafia foggiana, il quale, secondo la segnalazione di un solerte funzionario (a cui va tutto il nostro tributo), era stato contrattualizzato senza alcun merito particolare e poi assunto nonostante le continue assenze dal posto di lavoro già nel periodo di prova. Proprio la segnalazione del funzionario di Amica SpA consentì di far emergere questa triste pagina foggiana, con esisti giudiziari per le minacce subìte dal funzionario». L’avvocato Lioi ricorda – correttamente – che «l’allora presidente e i vertici di Amica SpA non hanno avuto alcuna responsabilità penale, civile, amministrativa o d’altra natura in questa vicenda e la nostra Associazione ha rispetto per il percorso istituzionale (anche quale parlamentare) dell’ex presidente». Fatta questa Lioi sottolinea però «che all’epoca qualcosa non funzionò nella governance della società partecipata, fin nei suoi livelli più alti, e per tale motivo fu possibile giungere a quella siffatta assunzione (rispetto alla quale è ancora oggi necessario leggere gli atti giudiziari che la riguardarono, davvero illuminanti e di monito per il nostro futuro)». La richiesta del presidente dell’Associazione Panunzio alla Giunta e alla maggioranza di Palazzo di Città è di illustrare «quali sono, oggi, i concreti e misurabili criteri di governance che possono esprimere le persone designate dal Comune di Foggia per le società partecipate, affinché questo triste passato non si ripeta più e affinché si possa essere liberi una volta per tutte dalle infiltrazioni mafiose (anche) nelle predette società».

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