Attualità

Aree interne: il futuro passa attraverso la legislazione differenziata

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Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani interviene con una posizione netta sullo stato attuale delle politiche per le aree interne, a fronte delle ultime incoerenze contenute nel Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne (PSNAI).

Nel mese di aprile 2025, una prima versione del documento definiva le sorti di migliaia di piccoli Comuni italiani come una vera e propria “eutanasia dolce”, segnalando la progressiva scomparsa delle comunità periferiche. A distanza di appena due mesi, a giugno 2025, lo stesso piano viene profondamente modificato, capovolgendo il giudizio iniziale. Il risultato? Una barzelletta tutta italiana, che fotografa perfettamente la confusione e l’assenza di una linea politica chiara e coerente.

Il CNEL, incaricato di redigere il documento tecnico, ha prodotto uno strumento poco efficace, basato su un algoritmo che si adatta “a seconda delle necessità”. Ancora una volta, il CNEL si rivela un ente costoso e inefficiente, più simbolico che utile, e sempre più distante dai bisogni reali dei territori.

La verità è che le aree interne non rientrano in alcuna visione strategica, semplicemente perché da trent’anni la classe politica nazionale è priva di strategia. Il fallimento del PNRR ha solo reso evidente una realtà già nota: senza coesione sociale e riequilibrio territoriale, ogni investimento si trasforma in un’occasione mancata.

La retorica politica e le polemiche sociali di destra e sinistra non bastano più. Sono il paravento di un’incapacità profonda, l’incapacità delle classi dirigenti di affrontare le vere sfide del nostro tempo: il declino demografico, l’impoverimento dei servizi, la fuga dei giovani, la marginalizzazione culturale ed economica.

Il Coordinamento rilancia con forza la necessità di:
Riforme istituzionali profonde, a partire da una revisione del ruolo delle Regioni;
Un piano ventennale di investimenti stabili e orientati al riequilibrio;
• Una forte attenzione alla qualità della vita e alla permanenza nei territori;
• L’adozione della legislazione differenziata, ovvero regole diverse per territori diversi, nate dai territori e non imposte dall’alto.

La legislazione differenziata rappresenta oggi la sola via politica per riconoscere la pluralità dell’Italia, valorizzare la sua storia migliore e offrire risposte concrete a chi vive, amministra e costruisce futuro nei piccoli comuni.

È tempo che i sindaci dei piccoli Comuni italiani si facciano promotori di una nuova stagione di protagonismo istituzionale. L’esempio dei primi cittadini di Roseto Val Fortore (Lucilla Parisi), Castelluccio Valmaggiore (Pasquale Marchese) e altri amministratori coraggiosi, mostra come si possa invertire la rotta con atti politici nobili e visione a lungo termine.
L’l’Incontro di Roseto, la Conferenza Stampa alla Camera, il Patto “Cimarosa” con il Ministro Valditara, e la presentazione del libro sulla legislazione differenziata a Torremaggiore, hanno già tracciato le prime tappe di una stagione estiva dedicata alle aree interne italiane. (comunicato stampa)

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