Antonio Di Pietro partecipa ad una lectio magistralis a Cerignola: “Oggi la giustizia è in balia dei processi mediatici”
L’ex Pm e ministro ospite del Premio Letterario Nazionale “N. Zingarelli” a Palazzo Fornari

Diritto e giustizia dovrebbero essere i capisaldi in una nazione basata su principi etici e morali. Purtroppo capita spesso che vengano trascurati a discapito della crescita sociale e culturale del Paese.
Nell’interessante lectio magistralis tenutasi sabato scorso nel chiostro di Palazzo Fornari a Cerignola, promossa e organizzata dall’associazione “Motus” nell’ambito del prestigioso Premio Letterario Nazionale intitolato a Nicola Zingarelli, il tema “Raccontare il mondo: storie, diritti e narrazioni” è stato affrontato dagli illustri ospiti presenti in modo originale e ciascuno secondo la propria personale esperienza.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Francesco Bonito e del Presidente dell’APS Motus, Antonio Daddario, si sono susseguiti gli interventi di: Rosario Coluccia (Accademia della Crusca, prof. emerito di Linguistica italiana); Giuseppe Carrà (direttore della casa circondariale di Castrovillari), Gennaro Balzano (giornalista fondatore del sito locale “Lanotiziaweb”), Maria Dibisceglia (avvocato, assessora alla cultura del Comune di Cerignola).
Tra analisi di episodi letterari del passato e pertinenti comparazioni con la società attuale, Antonio Di Pietro (prendendo spunto dall’intervento di Coluccia), ha introdotto in maniera diretta e coinvolgente temi di grande rilevanza per tutti. Non a caso, infatti, il suo intervento è stato uno dei più seguiti ed apprezzati della giornata. Tra gli spettatori presenti a Palazzo Fornari anche tanti giovani, fermatisi ad ascoltare con interesse l’ex magistrato del pool “Mani Pulite”.
Tra gli argomenti trattati, corredati da episodi della sua lunga carriera di giudice, onorevole e politico, Di Pietro si è soffermato parecchio su quello riguardante i processi mediatici. “Oggi purtroppo i giudizi nelle aule di tribunale vengono condizionati da ciò che i giornalisti dicono sui giornali e sul web. Non ho niente contro il giornalismo d’inchiesta, ma sono dell’avviso che se una cosa non si sa con sicurezza, non la si deve divulgare”.
Di processi mediatici il nostro Paese è pieno: tra i più recenti il delitto di Garlasco, a dimostrazione che ciò che i media raccontano condiziona l’opinione pubblica più di quello che fanno i giudici con le loro sentenze.
Più volte l’ex magistrato è tornato a raccontare al pubblico l’esperienza di sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano durante l’operazione “Mani Pulite”, che- all’inizio degli Anni Novanta- assicurò alla giustizia personaggi noti e meno noti, accusati di corruzione e altri gravi reati ai danni dello Stato.
Nel 2021, quando già si era ritirato anche dalla politica, in un’intervista rilasciata a LA7 aveva rivelato che c’era un progetto di attentato anche verso di lui.
Sempre nel medesimo video-intervista aveva aggiunto: “Borsellino poteva essere fermato solo in due modi: o da una bomba, o da un altro magistrato”.
Un applauso sentito ha chiuso l’incontro dell’ex giudice a Cerignola: la parte “bella” di questa città si è ritrovata a parlare di diritto, di letteratura e di come si può e si deve raccontare la verità. Sempre, comunque e dovunque.