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Al CarpinoFolk Festival Piero Brega, Oretta Orengo e l’Orchestra Bottoni

Anche per il 2017 prosegue, e anzi si rafforza, la collaborazione tra il Carpino Folk Festival -il festival delle tradizioni popolari e delle sue contaminazioni- e Squilibri -l’editore di riferimento sul piano nazionale per la ricerca etnomusicologica e ora anche per una 'certa' canzone d'autore-: diverse le proposte in cantiere, scaturite da una profonda condivisione di interessi ed obiettivi. Si inizia alle 17.26 alla Stazione di San Severo per il "Cantar viaggiando" con Piero Brega, voce carismatica del Canzoniere del Lazio e tra le migliori espressioni del cantautorato italiano, e Oretta Orengo e i suoi strumenti (oboe, corno inglese e chitarra) che, alla stregua di moderni cantastorie, proporanno ai “viaggiatori”, sulla tratta Foggia–Peschici Calenella delle Ferrovie del Gargano, un racconto, in voce e in musica, della realtà del nostro paese. Vincitore del Premio Ciampi per il suo esordio da solista, Brega è in procinto di pubblicare con con Squilibri un cd-book che, per racconti e canti, ripercorre tutta la sua splendida carriera, con alcuni inediti e la sorpresa di un fine narratore anche in punta di penna. Molte le canzoni nuove, cantate con allegria e una tecnica straordinaria, testi profondi e pieni di umorismo, mai banali, in un meraviglioso caleidoscopio di colori ed emozioni, con una musica che pare avere digerito nel canone romanesco ottocentesco il rock’n’roll, il calypso, il klezmer e il pop inglese. Sempre il 6 agosto, alle 21, a Bagno di Varano -al termine di un'altra visita guidata agli splendidi entroterra garganici- è la volta dell’Orchestra Bottoni, nata dall’incontro di musicisti delle province di Roma, Frosinone, Latina e Napoli di ispirazione popolare con influenze mediterranee, uno dei gruppi più innovativi della world-music italiana. Con all’attivo collaborazioni con autori come Daniele Sepe, Peppe Barra, Angelo Branduardi, Franco Battiato e Riccardo Tesi, innumerevolli concerti in Italia e all'estero, l'Orchestra propone un viaggio nella tradizione mediterranea, l’etnojazz e molte altre suggestioni, in un processo di contaminazione continuo e instancabile. Le armonie e le melodie polifoniche della numerosa sezione di organetti, sorretta da un inedito organetto basso (bassoon), il collante ritmico tenuto dalle batteria percussiva, insieme al timbro “teatrale” della voce di Antonella Costanzo e ai fraseggi del solista Alessandro D’Alessandro, sono l’espressione di una vocazione alla sperimentazione che si concretizza in varie atmosfere, con uno stile che spazia dal classico al contemporaneo, con sfumature di funky, reggae ed afrobeat.

Redazione

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