Cronaca

Aggressione omofoba a San Giovanni Rotondo

Il fatto è successo nella notte tra il 10 e l’11 agosto, in corso Umberto I, in pieno centro cittadino.

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SAN GIOVANNI ROTONDO – Aggressione omofoba a San Giovanni Rotondo. Il fatto è successo nella notte tra il 10 e l’11 agosto, in corso Umberto I, in pieno centro cittadino. La vittima si chiama Michel Savino. A denunciare l’accaduto è l’associazione “Koll.Era”, che ha organizzato per il 16 agosto, un presidio di solidarietà e sensibilizzazione contro la violenza omotransfobica, dalle ore 20 in piazza dei Martiri.

“Quello che Michel in primis ha vissuto, per l’ennesima volta, è solo uno dei tanti fenomeni di violenza sistemica e strutturata, volontaria, intollerante, lucida e disumana che cresce nel nostro Paese, alimentato da politiche nazionali che soffiano sul fuoco della discriminazione e della paura”, denunciano.

“Gli episodi incontrollati di violenza omolesbobitransfobica sono all’ordine del giorno. Ci vengono raccontati e narrati come mera goliardia giovanile, liti tra ragazzini: il risultato è che viene sollevato il sistema tutto dalla responsabilità civile che orbita attorno a queste dinamiche. La violenza omolesbobitransfobica è squadrismo, è omofobia. È decidere come, dove, quando e se puoi essere chi sei”.

Non saremo mai complici né resteremo in silenzio facendo spallucce, abbiamo bisogno di reti sicure, prese di posizione decise, pretendiamo spazi permanenti per poterci salvare”, continuano. “Immaginate cosa possa voler dire essere un uomo gay e vivere in un paese di provincia del meridione, resisterci e non decidere di andare via. E dopo anni ritrovarsi nuovamente ad avere paura, ad essere brutalmente aggredito e ridotto in quelle condizioni”.

La nota prosegue: “La violenza omolesbobitransfobica è squadrismo, è omofobia. È decidere come, dove, quando e se puoi essere chi sei. Non saremo mai complici né resteremo in silenzio facendo spallucce, abbiamo bisogno di reti sicure, prese di posizione decise, pretendiamo spazi permanenti per poterci salvare. Vorremo spiegarvi cosa significa vedere un fratello ridotto in quelle condizioni ma ci auguriamo non vi capiti mai. Ci ribolle il sangue nelle vene nel dover vivere tutte assieme l’ennesimo episodio traumatico. Ci sentiamo abbandonate, umiliate, non tutelate, derise e insicure anche a casa nostra, di nuovo. Immaginate cosa possa voler dire essere un uomo gay e vivere in un paese di provincia del meridione, resisterci e non decidere di andare via. E dopo anni ritrovarsi nuovamente ad avere paura, ad essere brutalmente aggredito e ridotto in quelle condizioni.  Come associazione transfemminista Koll.Era ci stringiamo incondizionatamente attorno a Michel, non sei solo”.

“Denunciamo questo ed ogni altro singolo episodio a vivida voce, tremando e facendo appello a tutta la nostra rabbia e al nostro dolore. Empatizziamo e tendiamo la mano a tuttə coloro che sono state vittime e che – purtroppo- lo saranno. Per queste ragioni – concludono -, per Michel, per tutte noi indiciamo un sit-in di solidarietà alla persona vittima con scopo di sensibilizzare la cittadinanza tutta su ciò che ci succede ogni giorno, da quando nasciamo. Ci vediamo venerdì 16 agosto dalle 20 in piazza dei Martiri, portate chi volete”.

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