Accademia Belle Arti, firmato il contratto di fitto
L'Accademia occupava il palazzo della ex Banca d'Italia - di proprietà del Comune - senza nessun contratto di locazione
L’occhio attento ed esperto del prefetto Vincenzo Cardellicchio aveva notato, appena insediato, una anomalia sfuggita ai suoi predecessori. Il palazzo di fronte al municipio, l’ex Banca d’Italia, era occupato dall’Accademia di Belle Arti senza titolo o, meglio, con un contratto scaduto da tempo. Con una battuta il prefetto aveva detto che l’Accademia di Belle Arti di Foggia era abusiva. Ora il commissario straordinario Cardellicchio ha sanato l’abuso.
Prima che scadessero i poteri pieni della Commissione – dal sette settembre cura esclusivamente l’ordinaria amministrazione del Comune fino all’insediamento del sindaco eletto – ha approvato lo schema di convenzione e la concessione in uso dell’immobile da destinare a sede della Accademia di Belle Arti. L’immobile rientra tra i beni indisponibili della Amministrazione Comunale – quindi non può essere alienato o demolito – ed è “finalizzato esclusivamente alla possibilità di uso per servizi di utilità per la comunità locale, che rispondano ad esigenze di utilità generale o ad essa destinata in quanto preordinata a soddisfare interessi collettivi”. Il palazzo ospita l’Accademia da oltre mezzo secolo (dal 1971) e nel 2016 il Comune di Foggia ne deliberava la concessione, per la durata di 20 anni, in favore dell’Accademia, rinviando all’Ufficio competente la stipulazione del contratto che non è mai avvenuta. Gli uffici comunali e l’amministrazione Landella dimenticarono la questione. Evidentemente recuperare risorse per la città, unita da una imbarazzante sciatteria amministrativa, non era tra le priorità dell’epoca.
Ora la situazione è sanata. Nessun ripensamento circa il locatario: la convenzione, infatti, riconosce “la rilevanza dei fini istituzionali perseguiti dall’Accademia delle Belle Arti di Foggia e, in particolare, del suo radicamento sul territorio, è un dato ormai ampiamente e stabilmente consolidato da molti decenni. Rideterminata la durata della concessione (fissata a nove anni) e adeguato il canone mensile, fissato a 1370 euro, poco più di sedicimila euro l’anno. Un canone estremamente favorevole per l’Accademia, che occupa un palazzo prestigioso nel centro della città. Un canone ridotto non per volontà della Commissione, ma in forza di un regolamento comunale che concede
“una riduzione sino al 50%, in quanto la concessione è finalizzata a sostenere l’attività di Associazioni, Enti e altre forme organizzative che perseguono scopi di rilevante utilità sociale” ed una riduzione di un ulteriore 25% in relazione agli eventuali interventi di manutenzione straordinaria che andranno a carico dell’Accademia. A carico dell’accademia anche tutti “gli oneri connessi alla manutenzione ordinaria dello stabile, nonché quelli relativi alle utenze, alla vigilanza, ai servizi di pulizia”. Spese, quindi, che non graveranno più sulle casse comunali.