Oggi, 25 novembre, si è tenuta a Foggia la manifestazione contro la violenza sulle donne.
È stata organizzata dai ragazzi e dai professori del liceo Lanza-Perugini e si è tenuta nell’atrio della sede centrale dell’ Istituto. C’è stata forte collaborazione tra la professoressa organizzatrice, Angela Severo, e i ragazzi, che hanno accolto volentieri e prontamente l’invito a fare sentire la propria voce contro la violenza sulle donne.
Durante la manifestazione, i ragazzi di diverse classi del liceo classico Lanza e del liceo artistico Perugini, hanno fatto lettura di miti dell’antichità greco-latina ma anche di testimonianze attuali, lontane e vicine. Il mito di Apollo e Dafne, quello di Lucrezia, quello di Medusa, raccontano del sopruso che da millenni macchia la nostra cultura e lede quello che la nostra Costituzione stabilisce all’articolo 13: “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.”; e all’articolo 15: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge” (Governo.it). La libertà è inviolabile e nessuno ha diritto di lederla per trarne vantaggio e soddisfazione personale, per rispondere a un bisogno di potere e controllo. Queste, invece, sono proprio le dinamiche che caratterizzano i rapporti violenti e che hanno visto morire, in Italia, nel 2022, 106 donne (Istat) e almeno tre negli ultimissimi giorni.
I racconti di testimonianze vicine a noi hanno reso la mobilitazione un mezzo per accogliere, elaborare e far riflettere su una violenza che non è soltanto letteratura e mito, ma, purtroppo, realtà. La manifestazione si è conclusa con un flash-mob sulle note di “Break the chain”, canzone degli One Billion Rising, che invita a spezzare le catene della violenza per poter vedere “a world where we all live/ safe and free from all oppression/no more rape or incest, or abuse/ women are not a possession”, un mondo libero dagli abusi, perché la donna non è un oggetto o un trofeo da possedere.