I lavoratori della Sangalli Vetro di Manfredonia, sostenuti dalla Confederazione Cobas, si recheranno a Roma il 17 marzo in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico dove si discuterà, alle 15, della grave crisi occupazionale che attraversa lo stabilimento pugliese.
I lavoratori saranno inoltre protagonisti di un sit-in davanti a Montecitorio: per sostenere questa iniziativa, i lavoratori invieranno una mail ai 1.000 onorevoli e senatori, a cui chiederanno di ascoltare le loro motivazioni in Piazza.
Dopo aver trascorso la mattinata davanti Montecitorio i lavoratori della Sangalli Vetro Manfredonia partiranno in corteo per recarsi al Ministero dello sviluppo economico. Qui, a partire dalle 15,00 si svolgerà un incontro, ma le premesse, spiega Roberto Aprile, della Confederazione Cobas e iscritti Sangalli Vetro Manfredonia, sono quelle di “un insuccesso”.
“Il Sindacato Cobas ha chiesto nelle settimane scorse di partecipare all’incontro trovando una maggiore resistenza più dalle altre organizzazioni sindacali che dal Ministero – si legge in una nota stampa -. Ma se non riusciremo a salire sopra il Ministero gli faremo sentire da sotto le nostre voci , le nostre motivazioni. Gli grideremo che sono ormai 15 mesi che lottiamo per difendere lo stabilimento, per difendere il nostro lavoro , trovando solo insensibilità ai nostri problemi”.
Prosegue il comunicato dei Cobas: “Denunceremo a voce alta come sia stato possibile lo spegnimento di un forno fusorio dopo solo 13 anni , quando non c’è sito al mondo dove questo sia successo. Ricordiamo che lo stabilimento di Manfredonia è stato realizzato con 90 mln di fondi pubblici, a fronte del valore dell’intero impianto di circa 140 Mln. La produzione di vetro del nostro impianto copriva il mercato italiano per il 35%, facendo diventare la Sangalli leader italiano e conquistando una considerevole fetta del mercato europeo grazie alla qualità dei prodotti che si producevano a Manfredonia”.
“Noi lavoratori – si legge nella nota – abbiamo rifiutato per 9 mesi gli ammortizzatori sociali, pur di tutelare lo stabilimento e tentare di evitarne la chiusura. Dall’altra parte assistiamo al fatto che ci sono degli imprenditori, che secondo noi sono solo dei Prenditori , che vengono puntualmente garantiti nei loro abusi dai vari concordati e leggi fallimentari. L’indecenza sta quindi nel mettere questi strumenti a disposizione di speculatori che aprono aziende in zone vantaggiose per i fiumi di contributi che ricevono”.
“Mentre noi combattiamo in un sistema dalla rigidità elvetica per i lavoratori di Manfredonia il tribunale di Treviso ci sembra invece che continui a lanciare assist continui ad un prenditore che di mestiere ha fatto l’evasore fiscale (lista Pessina), che continua a rifiutare l’amministrazione straordinaria richiesta dai lavoratori con motivazioni assai discutibili”, denunciano i Cobas, che spiegano inoltre come “nonostante l’impegno e la disponibilità profuse dalle istituzioni e dai cittadini del territorio sino ad oggi i risultati ottenuti non hanno sortito nessuna speranza convincente”.
L’associazione dei lavoratori rivendica “il diritto a regole certe con pari opportunità, che ci venga riconosciuto il sacrosanto diritto al lavoro sancito dalla Costituzione. Noi non abbiamo più nulla da perdere – prosegue la nota -, ora sta a voi decidere da che parte stare“.