Le Guide di Foggia Reporter: San Ferdinando di Puglia

San Ferdinando di Puglia – Un paese murgiano con tanto di Daunia. Siamo nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, di preciso sul Colle di San Cassano. Posizione agevole per insediare una cittadina dal terreno fertile. Questa fu la strategia di Ferdinando II di Borbone, re di Napoli, da cui, appunto, deriva il nome di San Ferdinando di Puglia.
Prima della Regia Corte delle Colonie Reali, però, c’è molto altro: per conoscere a fondo San Ferdinando di Puglia, si dovrebbe raggiungere la campagna, dove ipogei e colture offrono la vera essenza del territorio, e poi dirigersi dritti al Museo Civico della città, in cui sono custoditi meravigliosi corredi neolitici e dell’età del bronzo.

Torre dell’Orologio – Ph. Credit: Gal Dauniofantino

Le distanze sono minime: basta girarsi per la Cava di Cafiero, antica cava dai reperti romani, che ci si trova subito nel lungo vialone del centro cittadino. Palazzi bassi e deliziose casette al pian terreno consolidano l’idea di una realtà semplice e genuina, sorta attorno alla Posta di San Cassano, il vero nucleo originario di San Ferdinando di Puglia in quanto antico centro locale di scambi commerciali e politico-religiosi per la presenza della Chiesa dei Santi Medici.
Ed è in questo stesso luogo che avvenne l’insediamento delle famiglie sorteggiate ai Cinque Reali Siti della Daunia. Nel 1848, le opere di bonifica e i progetti sociali su Carapelle, Stornarella, Ordona, Cerignola e Stornara, coinvolsero anche l’attuale San Ferdinando di Puglia, legandola per sempre (almeno nella storia e nella civiltà) alla Daunia.

Cave di San Samuele di Cafiero – Ph. Credit: Into the landscape

Avvallamenti e lagune offrono a questa cittadina una risorsa di grande pregio: l’acqua. E a Fontana, grazie alla presenza della fonte naturale, da cui il quartiere prende nome, si capisce che San Ferdinando di Puglia fungesse da sorgente idraulica per i terreni delle realtà circostanti.
Passeggiando per il centro, si nota un’architettura urbana stravagante e dal rigore geometrico e proprio come “Sua Maestà” desiderasse.
Un impianto poi proseguito anche dall’architettura razionalista del primo ‘900, quando il regime fascista concedeva ai braccianti una vita agiata e soddisfacente.

Il carciofo violetto – Ph. Credit: Borghi Autentici d’Italia

San Ferdinando di Puglia nacque per produrre da terre sfruttate alla sola transumanza e all’ospitalità dei vicini salinari di Margherita di Savoia.  E da tutto ciò non poté che derivarne l’orgoglio gastronomico: u’ scarioff’l vjulett ovvero il Carciofo Violetto di Provenza.
Una qualità della tavola tanto da garantirsi la Fiera Nazionale del Carciofo mediterraneo in autunno. Basti solo pensare che qui e dintorni la raccolta è effettuata a mano per tastare i capolini ovoidali, carciofi più piccini, compatti e dolci. Un’arte nel saper coltivare e gustare.

Fonte: Ruggiero, F., “Città d’Europa e cultura urbanistica nel Mezzogiorno borbonico”, FedOAPress, 2018.

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