C’è chi si porta dietro un passato difficile che l’aveva spinta ad isolarsi completamente per più di 15 anni, annullandosi come persona sia dal punto di vista sociale che lavorativo. Ma dopo essere stata coinvolta in attività di agricoltura sociale, grazie al lavoro, allo stare insieme agli altri ed alla voglia di apprendere sempre cose nuove, è tornata a credere nelle sue capacità, nei suoi talenti, e ha riacquistato la fiducia negli altri. C’è chi ha conosciuto esperienze di droga, emarginazione, dolore che lo hanno allontanato da tutto e da tutti, condizionato da seri problemi di salute mentale. Ma il lavoro in agricoltura sociale gli ha offerto una seconda possibilità nella sua vita. C’è chi ha avuto il suo primo, vero, contratto di lavoro a 49 anni, perché con una vita condizionato da disagio psicosociale e psichiatrico, non è mai stato facile incamminarsi in un percorso occupazionale come invece avviene adesso dopo aver vissuto anche delle esperienze di tirocinio. E così via.
Piccole storie che raccontano quanto siano importanti la formazione ed il lavoro per favorire l’inclusione sociale di persone con problematiche di salute mentale. Un invito a scommettere con più fiducia nell’inserimento di persone con questo tipo di fragilità, che arriva il 10 ottobre in occasione della “Giornata Mondiale della Salute Mentale”, che il consorzio di cooperative sociali Oltre la rete di imprese celebra attraverso l’impegno dei vari operatori ed ospiti delle strutture socio-sanitarie coinvolti in attività in cui vengono realizzati prodotti o servizi per la comunità.
L’obiettivo della giornata è quello di aumentare la consapevolezza in tutto il mondo, di mobilitare gli sforzi a sostegno della salute mentale, di combattere lo stigma e le discriminazioni e soprattutto coinvolgere le istituzioni sull’importanza del benessere psicologico.
«La nostra finalità è quella di attivare percorsi di potenzialità lavorative per far riscoprire capacità residuali, creare momenti di impegno e socializzazione ed immaginare un’idea di produzione dei beni – spiega Carmine Spagnuolo, presidente di Medtraining – . Purtroppo, si parla ancora troppo poco del lavoro di generare occasioni di lavoro strutturate per chi ha problemi di salute mentale, lasciando l’intervento a singoli progetti o a poche realtà che credono in questo strumento.
Coinvolgerle attivamente in processi lavorativi che possono svolgere, invece, vuol dire pensare al sociale in relazione all’economia dello scarto che diventa economia di inclusione, di riscatto per chi non riesce ad entrare nel mondo del lavoro per i motivi più disparati. Sul nostro territorio i percorsi di cura e di riabilitazione sembrano infiniti, senza una via d’uscita. Il lavoro, quindi, è un elemento fondamentale per offrire alle persone più fragili una nuova rappresentazione di sé e il superamento della malattia».
Nel consorzio Oltre, dunque, c’è chi è impegnato nella raccolta delle olive che si trasformeranno in “Volìo”, l’olio extravergine d’oliva al gusto dell’inclusione sociale e lavorativa. Chi è coinvolto in attività di manutenzione e cura delle fioriere e dei parchetti della Biodiversità ad Orsara di Puglia, chi lavora negli uffici di Medtraining dando una mano in segreteria. C’è anche chi partecipa alla realizzazione del miele. Come gli ospiti di Casa per la Vita Brecciolosa di San Marco la Catola, la struttura socio-sanitaria gestita da Sicura srl che accoglie persone con problematiche psicosociali e/o psichiatriche. Coinvolti nel laboratorio di Apicoltura, gli ospiti osservano da vicino gli apiari, utilizzano gli strumenti dell’apicoltore e sono impegnati nel lavoro di etichettatura dei barattoli del miele millefiori “Volìo”.
E sono sempre gli ospiti di Brecciolosa a realizzare i taralli nel forno di San Marco la Catola, seguendo tutte le attività produttive.
Così come persone con fragilità collaborano nella realizzazione della pasta biologica a marchio centonove/novantasei – in riferimento alla bottega di piazza Cavour n. 3 a Foggia in cui si vendono prodotti etici, solidali e liberati dalle mafie – che sin dal nome vuole raccontare l’importanza e l’efficacia della legge 109/96, la normativa che consente la restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni sottratti alle organizzazioni criminali favorendone il riutilizzo pubblico e sociale.

