FOGGIA – Due mondi distanti, ma accomunati dalla stessa solitudine e dal desiderio di contatto umano: la casa circondariale di Foggia e la casa di riposo “Maria Grazia Barone”. A unirli, un progetto speciale fatto di parole scritte a mano e ascoltate con il cuore. L’iniziativa nasce grazie all’impegno di Annalisa Graziano, volontaria nell’istituto penitenziario, in collaborazione con don Fernando Escobar, la comunità di Sant’Egidio e il Csv di Foggia. Protagoniste: alcune donne detenute, che hanno deciso di raccontarsi attraverso lettere indirizzate agli anziani ospiti della casa di riposo.
Le lettere, sono state portate dai giovani del gruppo “Giovani per la Pace” – Daniele, Giorgia, Francesca, Teresa e Federica – che le hanno lette ad alta voce agli anziani. Molti di loro hanno voluto rispondere.
Così è nato un dialogo epistolare, dove gli anziani hanno dettato i loro pensieri, ricordi, consigli e messaggi di affetto. I giovani hanno fatto da tramite, scrivendo le risposte e riportandole in carcere, diventando messaggeri di umanità tra due luoghi segnati dal limite. Il progetto ha dato vita a uno scambio autentico e toccante: per le detenute, una boccata d’aria emotiva che ha restituito dignità e ascolto; per gli anziani, un’occasione per sentirsi ancora utili, per trasmettere esperienza e ricevere gratitudine.