Che quella dei piccioni sia una specie volatile piuttosto invadente è una realtà sotto gli occhi di tutti. La presenza massiccia di questi volatili non risparmia più alcuna città o paese: oltre a veicolare malattie, imbrattano gli edifici cittadini con le loro feci corrosive.
Sono tantissime le persone che ingaggiano estenuanti battaglie ricorrendo a dissuasori o altri metodi artigianali (vedi spargimento di aceto sul pavimento, offendicula appuntiti posizionati sulle ringhiere, finti gufi in bella mostra sui balconi) per allontanare e debellare una specie di fauna selvatica che nidifica ormai ovunque, non più soltanto negli edifici abbandonati o lontani dalla presenza umana.
I piccioni sono tutelati da una legge nazionale (n.152 del 1992) e da alcune direttive europee. Anche la giurisprudenza si è pronunciata sulla questione, equiparando i piccioni che si trovano nelle città a quelli selvatici (e quindi liberi allo stato naturale). In quanto tali, è assolutamente vietato catturarli, maltrattarli o ucciderli. Sono previste apposite sanzioni per i trasgressori.
Pur trattandosi di una specie protetta, le autorità locali possono prendere provvedimenti di contenimento delle popolazioni di piccioni, ovviamente nel rispetto delle norme vigenti e non in modo cruento.
Sulla base di tali presupposti si basa la recente ordinanza emessa dal Sindaco di Stornarella ordina: il divieto di somministrazione di alimenti, di qualsiasi genere e in qualsiasi luogo, ai piccioni e altri volatili presenti sul territorio del centro abitato cittadino; specifici obblighi di pulizia dei luoghi di abituale dimora dei piccioni e altri volatili, e l’adozione di eventuali sistemi di dissuasione allo stazionamento e nidificazione (purchè rispettosi del benessere animale e delle normative vigenti), per i proprietari e amministratori di immobili.
Chi trasgredisce alle disposizioni di questa ordinanza sarà punito con sanzione amministrativa pecuniaria di importo compreso tra 25 e 500 euro.
