Oggi abbiamo il piacere di intervistare Gianmarco Saurino, attore Foggiano, tra i protagonisti della serie televisiva “Che Dio ci Aiuti 4” dove interpreta il ruolo di Nico. Una giovane promessa del cinema: senza dubbio un esempio positivo per i tanti giovani foggiani.
Gianmarco Saurino: Intervista integrale a cura della redazione di Foggia Reporter
– Allora Gianmarco com’è nata la tua passione?
Com’è nata la mia passione…
Io sono dell’idea di non aver mai avuto una particolare “epifania”.
Non c’è stato un momento speciale in cui sono stato colpito da questa vocazione, nessuna illuminazione.
Diciamo che ad un certo punto della mia vita, intorno ai 17 anni, mentre frequentavo il Laboratorio Sperimentale Indipendente del Teatro dei Limoni, mi sono seduto a tavola e mi sono chiesto “Che cosa voglio fare da grande?”
E la risposta è venuta da sé, molto spontaneamente.
E per ora pare avesse ragione!
– Cosa hai provato quando hai saputo di essere entrato a far parte del cast di una fiction RAI?
Beh, dire che sono stato felice è dire poco.
La cosa che più mi riempiva di gioia però, era il fatto che qualcuno avesse riconosciuto le mie potenzialità e avesse deciso di mettermi in mano(per l’entità del ruolo in questione) questo enorme carrozzone chiamato Che dio ci Aiuti.
La fortuna di trovare qualcuno che riconosca in te “quello giusto” è sacrosanto per tutti i mestieri, ma a maggior ragione per il mestiere dell’attore dove lo spazio e il tempo per dimostrare quanto si vale, specialmente all’inizio, è brevissimo e spesso dipende da una marea di circostanze.
– Quali sono le sfide che hai dovuto, e che pensi dovrai ancora, affrontare?
Questo mestiere è una sfida continua. Innanzitutto per la sua continua instabilità, lavori 2 mesi, non ne lavori 4, ne lavori altri 7, stai fermo un anno. Richiede una grossa dose di determinazione e di self-control, e soprattutto la capacità di reinventarsi continuamente.
E poi è un provino continuo. Su un provino vinto ce ne sono altri 7-8 “persi” che spesso minano la tua serenità.
Per un attore, che ad un provino porta sé stesso come rappresentazione del suo lavoro, è difficile accettare un no, quando in realtà il no spesso dipende da mille fattori e non dalla tua bravura e dal tuo talento.
– Sappiamo che per svolgere il tuo lavoro sei spesso in viaggio. Speri un giorno di poter ritornare in pianta stabile nella tua città?
Sono andato via da Foggia, come molti dopo la maturità, con l’idea che non sarei mai tornato.
Ora che sono già 7 anni che sono fuori, ho ritrovato l’amore per casa: ma parliamo ovviamente di quell’enorme processo che è la maturità.
Non so, e non credo, di voler tornare in pianta stabile a Foggia anche perché per ovvie questioni lavorative è un po’ impossibile: la maggior parte dei set, televisivi e cinematografici, fanno base a Roma, nonché buona parte delle compagnie teatrali con le quali collaboro e faccio tournée.
Non nego però, di non vedere l’ora di tornare a Foggia a presentare un lavoro, magari appunto teatrale, per ristabilire un contatto con il “pubblico” di casa, che proprio perché di casa, è speciale.
– Quali sono i consigli che ti senti di dare ai giovani foggiani?
Il consiglio che mi sento di dare ai giovani foggiani, per quanto valga, è il consiglio che mi sento di dare a chiunque sia leggermente più piccolo di me.
Imparate a scegliere. E chiedetevi continuamente quale sia la strada migliore per voi: l’università non può essere un obiettivo, per quanto spesso sia difficile entrarci, ma soltanto un ostacolo al raggiungimento del lavoro che sognate di fare.
Ho esempi di amici bocciati al liceo o usciti col minimo dei voti che una volta capito qual era il lavoro che realmente volevano fare hanno chiuso i loro percorsi di studi universitari in tempi record e col massimo dei voti.
Ecco.. questa è la domanda e rifarsela magari dopo tanti anni può far strano ma è necessario.
Cosa volete fare da grandi?
– Infine ti lasciamo con la domanda di rito: cos’è per te Foggia?
Foggia è casa. Foggia è ‘za fo’: SEMB! E’ la piazzetta, è Via Arpi coi locali strapieni, è il 24 dicembre, la pasquetta e la brace, mamma e papà, gli amici di una vita, la parmigiana, l’olio e u cav’d.
Foggia è tutta una serie di cose che per chiunque sarebbero niente, ma che per ci vive o ci ha vissuto significano e significano molto.
Foggia è casa.
Il porto in cui sai di poter sempre tornare.
Salutiamo Gianmarco Saurino e lo ringraziamo per averci rilasciato questa intervista.