Coordinamento Piccoli Comuni: mandiamo in soffitta la Legge Bassanini

Caivano: «Il tempo dei burocrati immuni e intoccabili è scaduto. La politica deve recuperare il suo primato, restituendo ai sindaci il potere di agire e rispondere alle legittime attese dei cittadini»

FOGGIA – Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani, su proposta di numerosi sindaci delle aree interne e montane, chiede con forza una revisione radicale della Legge Bassanini (L.59/1997). Questa riforma, nata con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione e decentralizzare i poteri, ha mostrato tutta la sua fallacia nei piccoli comuni, diventando un freno per lo sviluppo e una causa di abbandono per milioni di cittadini. “La Bassanini, salutata come una rivoluzione nel 1997, ha invece creato un sistema che immobilizza i piccoli comuni e incentiva la fuga dalle aree interne, dalla montagna e dalla collina, denuncia Virgilio Caivano, Portavoce del Coordinamento.

La Legge Bassanini aveva l’ambizione di attribuire maggiori poteri agli enti locali, promuovere l’autonomia scolastica e semplificare la pubblica amministrazione. Tuttavia, nei piccoli comuni, ha prodotto l’effetto opposto:

“Il tempo dei burocrati immuni e intoccabili è scaduto. La politica deve recuperare il suo primato, restituendo ai sindaci il potere di agire e rispondere alle legittime attese dei cittadini”, afferma Caivano. Il Coordinamento chiede al Parlamento e al Governo di intervenire con urgenza per modificare la Legge Bassanini, rilanciando un modello amministrativo che sia efficace e adatto alle peculiarità dei piccoli comuni. Tra le proposte:

“La Bassanini ha fallito la sua missione nei piccoli comuni. Ora serve il coraggio di una visione ventennale che ridia centralità al municipio come luogo della democrazia e della partecipazione”, conclude Caivano. “Non possiamo più permettere che milioni di cittadini nelle aree interne siano vittime di un sistema obsoleto e inefficace. Chiediamo al Parlamento e al Governo di ascoltare la voce dei piccoli comuni e di avviare una riforma coraggiosa e necessaria.”

Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani continuerà a battersi per una legislazione differenziata che tenga conto delle peculiarità dei territori montani e interni, promuovendo una vera coesione sociale e territoriale.

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