Le Guide di Foggia Reporter: Castelluccio dei Sauri

Castelluccio dei SauriSan Salvator è amant’ di lì frustier, un solo proverbio da cui traspaiono storia e cultura di un luogo attraversato e vissuto da varie genti.
Basti innanzitutto pensare al sito archeologico e al ritrovamento di circa trenta stele daunie che dal 1954 anche sui Monti Dauni offrono una prova latente della forte estensione e del profondo radicamento della civiltà dei Dauni nell’attuale territorio di Capitanata, compattando in una sola identità,  l’idea di una apparentenenza frammentata.
È l’agro di Castelluccio dei Sauri a dare credito alla storia di questo paese, che fu sede dell’oppidulum, un villaggio lungo la Via Appia che in età classica snodava i collegamenti tra Roma e Brindisi.

Esempio di stele daunia ubicata al Museo Civico “C. G. Nicastro” di Bovino – Ph. Credit: Lettere Meridiane

Una strada di passaggio per tutti. Persino il noto poeta latino Orazio la calpestò più volte, solito trascorrervi soste e ristori durante i suoi viaggi verso la Grecia, decise addirittura di dedicarvi qualche verso nella sua Quinta Satira.
Chi arriva a Castelluccio de Sauri la riconosce subito per i suoi inconfondibili tratti bizantini: una cittadina sorta attorno alla Chiesa greco ortodossa di San Salvatore, in prossimità della quale Isaurico Leone III decise di stanziarvi il suo popolo con una via nominata in suo onore,“ dei Sauri” appunto.
I Normanni la mirarono per una loro conquista già ai prodromi dell’anno 1000. L’intento fu il raggruppamento di contadini autoctoni già dediti alla coltivazione del grano, produzione del pane.

Pozzo di Annibale – Ph. Credit: Comune di Castelluccio dei Sauri

Uno dei pregi di questo territorio, infatti, sono proprio le materie prime: l’acqua “miracolosa” del Pozzo di Annibale è ritenuta molto salubre per la sua provenienza alla Fonte di Maggio.
Un borgo agropastorale tutto chiese e campanili, un’immortale grande masseria dalla facies federiciana se si scorgono con esattezza la forma delle porte di alcune case. Lì dove oggi sorge la Chiesa greca di San Giorgio, i casali sopravvissero con il nome dei Guevara fino all’Unità d’Italia.
Il rintocco dei campanili allude ad un suono solenne, di cui gli abitanti ne sono fieramente orgogliosi.
Un feudo resistente perfino ai plurimi attentati piromani di Pietro da Toledo.

Gara all’Ippodromo dei Sauri – Ph. Credit: Ippodromo dei Sauri

E seppur la storia dimostra che San Salvatore fosse amante degli stranieri, in realtà il sentimento più profondo è da sempre rivolto al del suo popolo. Pulpett d’ mll’c e Cingul e vruoccl sono patrocinati come piatti della sacra volontà, non solo durante le sagre, in memoria di disfide belliche e di cataclismi naturali.
Alla sacra fede per San Salatore, in fondo, si deve anche la realizzazione di una delle opere più importanti di Capitanata 360.000 mq di Ippodromo, dove l’energia equina rafforza l’identità del territorio.

Fonte: pp. 40 – 47, Touring Club Italiano, “Le strade dell’Italia romana”, Touring Editore, 2017.
Acanfora, M. O., ” Le stele antropomorfe di Castelluccio dei Sauri”, 1960.

Exit mobile version